La stampa tedesca attacca Mario Draghi

par Libero Mercato
venerdì 4 marzo 2011

Il pregiudizio della stampa tedesca contro Draghi.

Il quotidiano tedesco Bild getta fango sulla figura di Mario Draghi, quale probabile candidato alla guida della Banca Centrale Europea, dopo l'improvvisa uscita di scena del tedesco Alex Weber, uno dei principali favoriti, a seguito delle dimissioni dalla Bundesbank.

E lo fa con toni poco nobili, elencando i potenziali candidati alla guida dell'Istituto monetario e pubblicando, accanto alla foto di Draghi, la dicitura "Per favore non questo italiano".
 
Bild usa toni quasi di sapore razzista, che possono anche andar bene per i mondiali di calcio ma che francamente lasciano perplessi.
 
Il giornale di seguito elenca le ragioni "concrete" per non sostenere "questo italiano": "Mamma mia, per gli italiani l'inflazione nella vita è come la salsa di pomodoro sulla pasta".
 
Bild sembra più serio quando scrive che il governatore è stato vice-presidente di Goldman Sachs tra il 2002 e il 2005, "proprio nel periodo in cui la banca avrebbe aiutato il governo greco a truccare il debito pubblico".
 
In realtà il quotidiano popolare tedesco non si limita a criticare Mario Draghi e non risparmia gli altri papabili alla corsa della prestigiosa poltrona della Bce. Il lussemburghese Yves Mersch è accusato di aver dato il benestare agli eurobonds, lo spagnolo Miguel Ordònez di non aver vigilato sulle banche, il grego Georgios Provopoulos di provenire da un paese indebitato (glissando forse sul particolare che una fetta consistente del debito greco è in mano alle banche tedesche).
 
In generale il quotidiano utilizza spesso chlichès, espressioni in lingua originale e vecchi pregiudizi per giungere ad una sola conclusione, cioè che l'unico candidato accettabile alla guida della Bce è, guarda caso, un tedesco!
Ovvero Klaus Regling, presidente del fondo salva-stati (Efsf).
 
Appena un anno fa, sempre Bild si era prodigato nell'elencare le ragioni per sostenere Weber alla presidenza della Banca Centrale ed i motivi per cui invece Draghi "non deve diventarlo".
 
Quest'anno ci riprova, nonostante la clamorosa svista, ricordando ai lettori un pò distratti che "la lira era la moneta con molti zeri".
 
I toni un pò arroganti e nazionalisti sono una caratteristica comune di certa stampa tedesca.
 
Per fortuna non tutti in Germania la pensano così.
 
Hermann Dieter Schroder, esperto di media e analista dell'Istituto Hans Bredow di Amburgo, commenta così: "Il giornale non è razzista, forse un pò nazionalista. E' un quotidiano popolare, che ama i toni forti per cogliere l'attenzione del pubblico, cavalcando stereotipi e pregiudizi. Chi lo acquista spesso non si identifica con il contenuto troppo estremo e ne prende le distanze".
 
Sembrerebbe insomma più entertainment che informazione, o meglio "infotainment".
 
E' possibile che le opinioni del quotidiano Bild, che ogni giorno vende tre milioni di copie e vanta circa 12 milioni di lettori (un miraggio per la stampa italiana), possa influenzare le scelte del governo tedesco?
 
Per Scroder dipende: "Sì e no. Sì, se le critiche sono argomentate. No, se si limitano a rivangare clichès".
 
Staremo a vedere.

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