La sfida di Luca Lucente

par Luca Scozia
giovedì 18 giugno 2009

Il mio nome è Luca Lucente, sono un ragazzo di Taranto che nella sua vita ha dovuto vincere sfide difficili da sconfiggere.

Infatti per ben due volte ho "vinto" la leucemia, ma nel corso della chemio ho contratto sia l’epatite B che C, a causa del famoso sangue infetto con grave danno per il mio fisico già stanco, per questo ricevo un misero vitalizio di 590 euro al mese. Premesso che poichè abito nel profondo sud, per curarmi devo fare un clamoroso giro d’italia con un gravoso dispendio di forze sia fisiche che economiche. Io per molti non sono più una persona ma un numero di pratica.

Nella mia condizione ci sono migliaia di persone che chiedono di essistere con dignità. Tra gli anni 80 e 90 oltre 70mila persone hanno contratto l’epatite sia B che C, duemila l’aids e ad oggi ben 4500 persone sono morte. Tengo a precisare che in questi ultimi anni mi sono ritrovato nel paradossale compito di difendere la classe medica di questo paese, perché lo scandalo del sangue infetto viene associato ad uno scandalo di malasanità. In realtà i medici non hanno nessuna responsablità, perchè per curare la leucemia, i tumori o l’emofilia, il sangue viene utilizzato come un farmaco. Il compito sul controllo doveva essere del Ministero della sanità, che lo ha organizzato con grande ritardo rispetto agli altri paesi europei. Questo è uno scandalo della giustizia che da vent’anni non trova i responsabili di un simile scempio. E’ uno scandalo della politica, sia di destra che di sinistra, che da troppi anni non ci risarcisce del giusto per quello che abbiamo subito.


In questi ultimi tempi la delusione più grande viene dai media italiani,
che non seguono il processo del sangue infetto che si tiene a Napoli.

Io personalmente ho contattato tutti i giornali italiani, ma nessuno sembra interessato alla nostra storia. Mi sono sentito rispondere che il caso è ormai passato, non è attuale. Peccato che io sto male adesso, prendo tante di quelle medicine al giorno che solo ricordarle è un ’impresa.

L’assenza della politica e delle istituzioni, compresa la magistratura, mi spinge a chiedere un incontro con il presidente Napolitano per chiedergli se anch’io devo continuare ad avere fiducia nelle istituzioni.


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