La settimana dei mercati
par Libero Mercato
martedì 1 febbraio 2011
Piazza Affari archivia la settimana con una seduta nervosa, caratterizzata da una prima parte positiva e da un peggioramento nel pomeriggio.
Il listino milanese FTSE Mib in chiusura, ha perso l'1,28%.
Ha parzialmente limitato i danni grazie ai finanziari e ad alcuni temi speculativi, che hanno fatto un po' da contrappeso alla flessione dell'automobile.
Fiat (F.MI) ha chiuso in ribasso 4,5% sulla scia dei risultati di Ford (F.N), che cade del 12% a Wall Street.
La Casa automobilistica Usa ha riportato un utile del quarto trimestre in calo del 79% a 190 milioni di dollari (pari a 5 centesimi per azione) a causa della riduzione delle vendite di auto in Europa e di maggiori costi relativi alla pubblicità e allo sviluppo di nuovi modelli.
L'utile operativo è stato pari a 30 centesimi per azione, al di sotto del consenso di Reuters che lo indicava a 48 centesimi. I ricavi, pari a 32,5 miliardi, hanno invece superato le attese, che indicavano 30,39 miliardi.
LA Chrysler, controllata al 25% da Fiat, dovrebbe chiudere l'anno all'insegna della crescita. Secondo le stime di alcuni analisti, i ricavi 2010 saliranno a 41,6 miliardi di dollari dai 17,7 miliardi dell'anno precedente, per un totale di 1,5 milioni di auto vendute (erano 1,3 milioni nel 2009).
L'utile operativo dovrebbe attestarsi a 790 milioni di dollari, superando gli obiettivi di 700 milioni forniti dall'a.d. Sergio Marchionne.
Chrysler dovrebbe chiudere l'anno con una perdita netta di 486 milioni di dollari (dai -3,7 miliardi del 2009), di cui 369 milioni sono imputabili al primo semestre. L'indebitamento è previsto in calo a 4,7 miliardi, dai 5,3 miliardi dello scorso anno.
Chrysler, che nel corso del 2010 ha investito 3,9 miliardi di euro in nuovi modelli, nel 2011 beneficerà della prevista ripresa del mercato dell'auto americano (+12% secondo la Nada, l'associazione dei concessionari Usa).
Il miglioramento dello scenario macro dovrebbe consentire al gruppo di centrare o addirittura superare gli obiettivi 2011 e rimborsare i 7 miliardi di debiti verso il governo americano.
Gli indici di Wall Street viaggiano in deciso ribasso, scendendo dai minimi degli ultimi ventinove mesi. Le vendite sono scattate dopo la pubblicazione del dato sul Pil Usa nel quarto trimestre, che ha registrato un incremento del 3,2%, rispetto a +2,6% dei tre mesi precedenti. Le attese degli economisti erano per una crescita del 3,5%.
Indici zavorrati anche dall'esplosione delle proteste in Egitto.
Nel comparto automotive, PIRELLI (PC.MI) ha ceduto il 3,03%.
Complessivamente bene i bancari, che, però, hanno frenato nella seconda parte della giornata.
BANCO POPOLARE (BP.MI) è salita dell'1,79%, mentre è in corso l'aumento di capitale da 2 miliardi, a cui ha aderito Fondazione CariVerona.
POP MILANO (PMI.MI) ha guadagnato lo 0,49%%.
In direzione opposto INTESA SANPAOLO (ISP.MI) (-1,73%), MEDIOBANCA (MB.MI) (-0,93%) e UNICREDIT (UCG.MI) (-1,14%).
Vendite sugli industriali, da tempo in denaro. TELECOM ITALIA (TIT.MI) è arretrata del 2,41%, ITALCEMENTI (IT.MI) del 3,01%, ANSALDO STS (STS.MI) dell'1,53%, PRYSMIAN (PRY.MI) dell'1,26% e BUZZI UNICEM (BZU.MI) del 2,05%. FONDIARIA-SAI (FSA.MI) in calo del 2,79%.
Sauro Dozzini