La scuola? Un’azienda improduttiva, passiva e zavorra dell’economia dello Stato

par Giuseppe D’Urso
sabato 29 gennaio 2011

Dalla lettura di certi documenti si viene colti dallo scoramento che nasce dalla coscienza che tutto ciò che stiamo vivendo di disastroso nella scuola è frutto dellâazione della sinistra che assiste passivamente alla inesorabile distruzione della scuola.

La scuola sarebbe un’azienda improduttiva, passiva e zavorra dell’economia dello Stato, è quanto si legge nelle pagine che sempre più inondano il web, che danno voce all’azione di un governo che ha fallito gli obiettivi e che ha trasformato il Miur nella cassa per finanziare le esigenze di riduzione della spesa pubblica e nel contempo, tuttavia, si gratifica nel finanziare la scuola privata e pagare i regalini a deputati e senatori di qualche partito.

Si sente l’esigenza di un Marchionne per la scuola e scimmiottando l’azione del manager della Fiat, taluni propongono decaloghi e ricette per “migliorare” il pianeta istruzione.

Precisiamo da subito che se da un lato il Manager della Fiat ha imposto una certa linea di condotta, che sul piano sindacale e della tutela dei diritti dei lavoratori è inaccettabile, lo ha fatto ponendo sul piatto della bilancia investimenti per miliardi di euro cosa che , invece, il nostro ministro si è ben guardato dall’inserire nei progetti che ci propina come riforma, ma che, in effetti, sono provvedimenti di ristrutturazione aziendale, basati unicamente nella logica di far cassa nell’immediato, senza alcuna prospettiva futura.

Gli estimatori del Marchionne che operano da anni della scuola, che da decenni dirigono istituzioni scolastiche, la dichiarano “zavorra dell’economia”.

E’ logico chiedersi cosa hanno amministrato in questi anni per giungere a simili definizioni come “zavorra” e “azienda improduttiva”?

L’azione proposta in stile Marchionne non può che cominciare dall’abolizione dall’esigenza del risparmio e dove risparmiare se non eliminando le, ovviamente, folli spese sostenute per pagare i distacchi sindacali responsabili dei buchi di bilancio della scuola. E’ da chiedersi se qualcuno abbia quantificato il costo dei regalini di Natale fatti a deputati e senatori e che le indennità mensili percepite da un singolo parlamentare corrispondono a circa sedici stipendi medi mensili del personale in distacco sindacale. Personale che svolge attività di assistenza e consulenza gratuita ai dipendenti.

Bisogna intervenire anche su quanti non lavorano e dar loro la “buona uscita”. Ma è pensabile che ci sia a scuola gente che non lavora? E cosa fa il dirigente? Quale controllo esercita? Se così accade allora l’inefficienza è da ricondurre al dirigente che è incapace di far lavorare le persone; è incapace a creare le condizioni per consentire ai docenti di sviluppare la propria professionalità; è incapace di quella organizzazione efficiente che tenga conto di tutte le risorse umane presenti nella scuola.

Ovviamente sulla falsa riga di Marchionne se i lavoratori non lavorano é colpa dei loro rappresentanti! Aboliamo la RSU ed eliminiamo quegli “organismi improduttivi di formale collegialità”.

Poi, sempre nella logica del risparmio occorre attuare nuovi dimensionamenti della rete scolastica operando, ovviamente, in maniera efficace l’accorpamento di plessi scolastici, eliminando le realtà improduttive, le classi semivuote, le scuole senza o con pochi alunni, accorpandole ad altre realtà viciniori, senza bisogno di costruire “reggenze”. E' chiaro che le reggenze verrebbero eliminate trasformando la scuola autonoma in una dependance di un’altra. Sul piano formale non vi sarebbe più una scuola autonoma in “reggenza”, ma qualcosa di peggio, una succursale. Quello che non si comprende è come mai la scuola data in reggenza non è gestibile e poi lo diventi improvvisamente quando viene accorpata e diventa una succursale. (Sarà un mistero dirigenziale). 

A questo punto con i risparmi ottenuti si troverebbero le risorse per incentivare lo stipendio dei docenti che si impegnano a scuola a tempo pieno, e non solo per 18 ore settimanali. Ma non sono già incentivati quelli che svolgono attività aggiuntive? Si vuole portare l’orario di servizio a 36 ore settimanali dando al docente solo qualche spicciolo di incentivo? E’ così che si diventa europei?

Si dimenticano le ore spese per la preparazione e correzione degli elaborati che non vengono corretti in un paio di minuti come ha fatto la Commissione del Concorso a Dirigente in Sicilia; si dimenticano le riunioni dei consigli di classe, gli incontri con le famiglie, i collegi dei docenti, le riunioni di dipartimento, le riunioni di programmazione, le attività di accompagnamento durante le gite di istruzione. Senza contare gli impegni nelle commissioni elettive vedi Giunta esecutiva, Consiglio d’istituto, Comitato di valutazione dei docenti, Commissione di disciplina. Attività in cui tutti i docenti sono coinvolti e partecipano attivamente. Oggi abbiamo anche il carico delle supplenze che vengono svolte gratuitamente per l’incapienza di bilancio a cui tutti i dirigenti si sono immediatamente assoggettati.

Evidentemente le scuole dirette de questi illustri criticoni, i nuovi manager stile Marchionne, non soffrono di questi problemi, sono oasi felici.

Dalla lettura di certi documenti si viene colti dallo scoramento che nasce dalla coscienza che tutto ciò che stiamo vivendo di disastroso nella scuola è frutto dell’azione della sinistra, compresa l’assurda situazione del concorso del 2004 che l’arroganza della sinistra, allora al governo, ha generato.

Vorrei replicare evidenziano le vere negatività tra le quali metto in evidenza quella degli studenti picchiati e oltraggiati all'interno della scuola, la negatività di dover comprimere i programmi a causa della illegittima riduzione delle ore praticata a partire dalla classi seconde fino alle quarte senza alcuna giustificazione, senza alcuna logica, operata, questa, nel totale disinteresse di quella sinistra forza di opposizione, ma mi limito a consigliare una attenta lettura delle leggi sulla sicurezza così da escludere, almeno questo, ab origine l’accettazione della formazione "di classi pollaio" (dove è lecito chiedersi quale ruolo abbia il dirigente all'interno di questi "pollai").


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