La scommessa del San Ferdinando

par Francesco Raiola
martedì 21 ottobre 2008

Il Teatro San Ferdinando è nel ventre di Napoli. Quella Napoli popolare che si districa tra i vicoli del centro storico, che da via Foria, scende via Giuseppe Antonio Pasquale, fino ad allargarsi a P.zza Eduardo De Filippo. È proprio lì che vi apparirà davanti agli occhi questo teatro storico napoletano, nato nel 700 e all’interno del quale si sono alternati i nomi storici del teatro napoletano e non (Scarpetta, Eduardo, ma anche Paolo Grassi, fondatore, assieme a Strehler, del Piccolo Teatro di Milano).

 

Lasciato per tanti anni nel degrado, lo stesso in cui troppo spesso è lasciata questa zona di Napoli, dopo 25 anni riprende la programmazione fissa e presenta il cartellone 2008-2009, e lo fa sotto l’ala protettiva del Teatro Stabile di Napoli, il Mercadante, ma, soprattutto, grazie alla donazione di Luca De Filippo, proprietario del teatro, al Comune.

Per anni, quindi, questo teatro è stato il simbolo del degrado di questa zona, ma oggi ambisce a esserne il riscatto, come dice Roberta Carlotto direttore del Mercadante, <<Vogliamo che questo teatro sia un luogo dove si possa discutere di riscatto, e non a caso sarà uno spettacolo come Gomorra a chiudere la stagione>> e come dicono anche i rappresentanti del Comune della Regione e della Provincia (Rachele Furfaro, Nicola Oddati e Guglielmo Allodi).

Il San Ferdinando ha già dato in questi mesi prova del suo potenziale, essendo stato una delle frecce nell’arco del Teatro Festival Italia, ma ci si aspetta che con l’aiuto del pubblico possa diventare uno dei punti di riferimento della cultura partenopea.

A inaugurare, stasera e fino al 2 novembre, la stagione sarà “Delitto di parodia. ‘A causa mia, il processo D’Annunzio – Scarpetta”, per la regia di Francesco Saponaro, da un’idea di Antonio Vladimir Marino, che riprende il processo, nel 1908, a Scarpetta, il quale aveva parodizzato, in maniera non autorizzata, La figlia di Jorio di D’Annunzio.

Mentre a seguire lo spettacolo ci sarà la presentazione dei “Quaderni del San Ferdinando”, raccolta di racconti di sei scrittori napoletani “scelti perché in passato hanno pubblicato cose vive” come dice Valeria Parrella che, assieme a Lorenzo Pavolini e Francesco Saponaro, costituisce il Comitato artistico che ha scelto questi scrittori. Marcello Anselmo, Igor Esposito, Rossella Milone, Davide Morganti, Piero Sorrentino e Massimiliano Virgilio, questi i nomi degli scrittori che la Parrella ha mandato a fare “una ronda pacifica di quartiere, col quaderno alla mano a raccontare storie”, e che hanno raccolto nelle loro storie una quantità enorme di “tipi umani”, gli stessi che saranno mesi in scena nei prossimi mesi.

Ma la questione fondamentale rimane quella che tutti gli interlocutori, in un modo o in un altro, hanno toccato. Questo teatro non deve essere un grattacielo nel deserto, piuttosto deve fondersi con questo pezzo della città, dato che il San Ferdinando è sempre appartenuto al popolo e deve tornare ad appartenergli, <<bisogna – come dice la Furfaro – che i ragazzi siano educati a stare dentro questo spazio>>, ma noi, aggiungiamo, crediamo che questo lavoro non possa essere fatto dal solo Teatro Stabile, ma dovrà essere un lavoro costantemente accompagnato dalla supervisione delle istituzioni, le stesse che ammettono di aver scommesso tanto (anche e soprattutto a livello economico, in un momento in cui <<tutti gli stabili italiani sono in difficoltà e noi andiamo controtendenza>>) e che da oggi in poi dovranno impegnarsi al massimo.

Anche perché da anni, ormai, la giunta di centrosinistra che governa la Campania ha nella politica culturale uno dei suoi fiori all’occhiello (a volte, però, usata per mascherare dei problemi), basti vedere il Teatro Festival Italia o il Forum delle Culture per citarne un paio, e venire meno anche a quest’impegno sarebbe l’ennesima martellata contro il muro politico, già in stato pericolante, della regione.

Nel frattempo, in tempi di crisi nel settore bancario, un aiuto economico (e inaspettato!) è arrivato da Cariparma che ha deciso in questo modo di stare vicini al territorio.

Noi crediamo che la scelta di riaprire il San Ferdinando e soprattutto quella di puntare sui giovani, come è stato fatto l’anno scorso dal Mercadante (vedi il comitato artistico), sia una scelta importante e una prospettiva di crescita per la città.

Terremo d’occhio gli sviluppi di questo progetto. Per ora aspettiamo la prima di stasera…


http://www.teatrostabilenapoli.it/s...

 


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