La riforma della Protezione Civile: ora tocca assicurarsi per essere risarciti

par Donatella Migliaccio
lunedì 21 maggio 2012

Pochi giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legge n. 59 di riforma della Protezione Civile con il quale sostanzialmente lo Stato abdica al proprio ruolo. In pratica se fino ad oggi, una qualsiasi calamità colpiva una zona del Paese lo Stato interveniva con agevolazioni e piani ad hoc per la ricostruzione, da domani non sarà più così.

La normativa non ha effetto immediato, ci sarà un regime transitorio e entro 90 giorni con regolamento si dovranno stabilire modalità e termini per l'avvio del regime assicurativo. I cittadini dovranno stipulare un'assicurazione a proprie spese e sperare che, almeno fintanto che questa crisi duri, non vi siano terremoti, nubifragi, frane e simili. La notizia passata in sordina si presta a più osservazioni.

Si potrebbe cominciare osservando che, in un momento in cui la casa è utilizzata dallo Stato per battere cassa e rimpinguare quei conti pubblici che sono stati spolpati anche dalla cattiva gestione della Protezione Civile, un'assicurazione sulla casa pare essere un'ennesima beffa. Potremmo proseguire osservando che sul territorio nazionale vi sono zone a forte rischio di calamità naturale e che per l'assicurazione - obbligatoria o facoltativa che fosse - alcuni cittadini si troverebbero a pagare dei premi elevati stante l'evidente rischio per chi vive ad esempio alle falde del Vesuvio, presso fiumi che possano straripare o semplicemente per tutti gli abitanti delle nostre coste che potrebbero essere vittime di violente mareggiate.

Franco Gabrieli, capo della Protezione Civile, a riguardo dice che lo Stato non può più fare investimenti sulle calamità e che gli aquilani saranno gli ultimi a ricevere assistenza. Non resta da chiedersi che cosa ne sarà degli alluvionati liguri e di tutti coloro che spesso sono stati vittime di calamità sì imprevedibili ma in un certo qual modo fomentate da culpa in vigilando dello Stato; perché se è innegabile che gli stravolgimenti climatici degli ultimi tempi sono spesso causa di fenomeni molto violenti è pur sempre vero che molte morti avrebbero potuto essere evitate se lo Stato avesse preventivamente curato il forte dissesto idrogeologico che caratterizza l'Italia tutta. 


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