La riforma dell’università e l’emendamento “dimenticato”

par Mark03
venerdì 3 dicembre 2010

Se sui giornali e in tv i nostri politici sembrano essere in disaccordo su tutto all’interno del parlamento sembra che le cose vadano decisamente meglio, soprattutto se si tratta di salvaguardare gli interessi della “casta”. Eccone un esempio.

Lo scorso 30 novembre è stata discussa alla Camera la riforma dell’università e come sempre sono stati presentati una serie di emendamenti al testo. Mentre fuori dall’aula alcuni esponenti politici salivano sui tetti lamentandosi contro un governo che taglia i fondi all’università, chiedendo più soldi per ricercatori e studenti e mentre il governo si affaticava a spiegare che i soldi sono pochi e vanno spesi bene, nell’aula di Montecitorio la maggioranza dei nostri politici era concorde nel bocciare un emendamento che l’on. Ugo Sposetti (PD) ha definito addirittura “volgare”. L’emendamento in questione, presentato da Calgaro e Tabacci (gruppo misto componente API), avrebbe permesso il finanziamento di alcuni contratti a tempo indeterminato per i ricercatori. Fin qui nulla di strano. La parte “fuori luogo” del testo, come si legge nella seconda parte dell’emendamento (comma 5-ter),è che la copertura finanziaria sarebbe stata fornita attingendo i soldi necessari dai fondi destinati ai rimborsi elettorali riservati ai partiti (Legge 3 giugno 1999, n. 157). La cifra si sarebbe aggirata attorno ai 20 milioni di euro.

Briciole in confronto a quanto occorrerebbe realmente investire nell’istruzione, tuttavia una cifra di rispetto se si considera la crisi economica che stiamo attraversando e i tagli effettuati nella scorsa finanziaria. Una misura demagogica che tuttavia però poteva essere un segnale, avrebbe potuto dimostrare in un momento difficile in cui bisogna fare sacrifici, è giusto che anche i partiti facciano la propria parte. Niente di tutto questo è avvenuto. L’emendamento è stato respinto con 190 favorevoli 305 contrari 20 astenuti. Non c’è che dire, un accordo bipartisan.

Un episodio insignificante rispetto a tutto quanto accade quotidianamente nel mondo della politica che tuttavia rappresenta un ulteriore elemento per giudicare in modo negativo una “casta” di politici che fuori dal Parlamento litiga ma al suo interno sa difendere bene i suoi interessi. Con questo non scopriamo niente di nuovo, e non cambiamo di certo la situazione ma è giusto continuare almeno a informarci su quanto fanno i nostri “rappresentanti”…


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