La repubblica degli stagisti: dal blog al libro ecco svelato come i giovani vedono il sistema lavoro!

par Fabio Barbera
sabato 17 marzo 2012

Un sito Internet (www.repubblicadeglistagisti.it) e un libro intitolato “Se potessi avere 1000 euro al mese!”: così Eleonora Voltolina ripercorre la lunga e travagliata situazione lavorativa dei giovani italiani.

La segnalazione proviene da Caterpillar AM (la trasmissione della mattina di Radio2 di cui abbiamo parlato anche noi), che ha ospitato la giovane autrice - appena trentenne – per parlare di diritti, lavoro e precarietà.

“L’Italia è assolutamente indietro rispetto al mercato del lavoro e le condizioni dei giovani oggi sono disperate, soprattutto rispetto alla situazione salariale: i giovani guadagnano troppo poco!” – spiega Eleonora Voltolina ai microfoni di Radio2 – “Il libro è stato scritto quando ancora c’era il governo Berlusconi e ancora non si parlava di mercato di riforma, e infatti nelle conclusioni ci sono richieste in tal senso per attuare un’equa riforma del mercato del lavoro, superare la dualità del mercato, creare anche un contratto nuovo per garantire di più i precari ed evitare che siano dei lavoratori di serie B”.

Tradotto in pratiche proposte sta a significare che non va bene che ci sia una selva di contratti: il numero troppo elevato di differenziazioni contrattuali produce inadeguatezza e disparità, pensiamo ai contratti a progetto da 800 euro al mese che però richiedono al lavoratore di operare come un normale lavoratore subordinato o anche di più, senza straordinari retribuiti, senza malattia, senza gravidanza. “Pensiamo anche a tutti quei contratti atipici – continua Voltolina – non garantiscono tfr, malattia, copertura in caso di gravidanza, ferie pagate… Tutti questi ‘vantaggi’ in molti contratti temporanei non sono previsti e questo rende chi ha quei contratti dei lavoratori di serie B, privati di diritti conquistati”.

Serve il contratto unico, quindi. E sull’articolo 18 cosa ne pensa la categoria giovani? Eleonora è categorica in proposito: “L’articolo 18 in realtà non è una questione che riguarda i giovani perché è una caratteristica esclusivamente di chi ha il contratto a tempo indeterminato e lavora in aziende con più di 1uindici dipendenti”.

 

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