La regione Abruzzo si tira indietro e lascia la ricostruzione nelle mani di Bertolaso

par angelo ludovici
martedì 20 ottobre 2009

La Regione è e dovrebbe essere l’Ente principale per fronteggiare l’emergenza terremoto. Le uniche cose che fino ad oggi ha prodotto sono tre topolini

Il Presidente della Giunta Regionale Gianni Chiodi, quasi due mesi fa, dal rientro delle lunghe ferie estive, dichiarava che, ormai, si entrava nella fase due della ricostruzione. Premessa fondamentale di questa fase sarebbe stato il coinvolgimento degli Enti Locali. La sua dichiarazione fu accolta con favore da quasi tutte le forze politiche. Dopo qualche giorno (13 settembre) arrivò la doccia fredda per il Presidente in quanto il Direttore del quotidiano il Centro, in previsione della prossima scadenza di uscita dalla scena Abruzzo della Protezione Civile (31 dicembre), chiedeva una proroga per Bertolaso, almeno fino alle prossime elezioni provinciali che si terranno alla fine di Marzo 2010. Era evidente che la proposta di Chiodi e la richiesta di continuazione della presenza della Protezione Civile sono in contraddizione e ci si augurava, in qualche modo, uno scontro chiarificatore. Non è stato così, il nostro Presidente si è ritirato in difesa e lascia, di fatto, la patata bollente della ricostruzione al Sottosegretario della Protezione Civile, Bertolaso. La Regione è e dovrebbe essere l’Ente principale per fronteggiare l’emergenza terremoto. Le uniche cose che fino ad oggi ha prodotto sono tre topolini:

E’ vero che per la ricostruzione c’è bisogno di tanti soldi, ma pensiamo che la Regione ed il suo Presidente debbano adempiere prima di tutto al ruolo che gli compete: quello di programmare e legiferare. Per questo motivo ci permettiamo di sottoporre al Presidente della Giunta Regionale alcune proposte o suggerimenti (decida lui):

Sono poche cose ma essenziali per iniziare i lavori di ricostruzione della Città dell’Aquila e di tutti i paesi colpiti dal sisma.

Considerando, però, che a distanza di otto mesi, la Regione non ha prodotto nessun indirizzo legislativo, sappiamo che le nostre richieste cadranno nel vuoto e che la situazione diventerà ingovernabile. Questa situazione, pertanto, non farà che provocare altri danni non solo alle cose ma alla convivenza civile di questa Regione: infiltrazioni malavitose legate a grandi gruppi finanziari ed economici.


 


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