La privacy di Ilda e la telefonata di Masi: lo Zimbabwe è sempre più vicino

par Filippo Cusumano
venerdì 28 gennaio 2011

Il Giornale attacca Ilda Boccassini.

Ecco cosa scrive: "Nel 1982 la Boccassini venne sorpresa in ’atteggiamenti amorosi’ con un giornalista di Lotta Continua. Davanti al Csm si difese come paladina della privacy. E fu assolta. Ora fruga nelle feste di Arcore ma allora parlò di ’tutela della sfera personale’"

Piccola riflessione: può essere in buona fede un attacco del genere?

Impossibile pensarlo.

Qual è la relazione tra un'inchiesta su un reato penale e quell'episodio di trent'anni fa?

Trent'anni fa quel giudice rivendicò il suo diritto alla privacy non avendo commesso alcun reato. 

Era in discussione l'opportunità di quelle effusioni, ma a nessuno, neanche allora, veniva in mente di considerarle un reato.

Le ipotesi di reato, invece, nella vicenda chiamata Rubygate, ci sono, eccome!

Perché si mettono sullo stesso piano le due vicende?

Semplice: c'è il giornalismo che racconta i fatti. 

E poi c'è quello che li stravolge.

Ormai lo chiamano il metodo Boffo: si attaccano tutti gli oppositori del premier.

E poi, come ha dimostrato la telefonata di Masi a Santoro di ieri sera, c'e la censura preventiva.

Roba da Zimbawe, l'aveva definita lo stesso Masi.

Grazie al quale, però, adesso lo Zimbabwe è più vicino.


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