La polizia smentisce l’aggressione del Ku Klux Klan in Louisiana

par Paolo Monarca
mercoledì 24 ottobre 2012

«Non ci sono prove a sostegno della tesi per cui sia stata aggredita», la comunicazione arriva da Julie Lewis, portavoce della polizia della Lousiana.

La vicenda di Sharmeka Moffitt ha fatto rapidamente il giro di notiziari e quotidiani italiani, la 20enne afroamericana aveva denunciato, domenica, di essere stata aggredita, cosparsa di benzina e bruciata da tre uomini bianchi incappucciati che avevano poi siglato la sua auto con il simbolo KKK del Ku Klux Klan.

La ragazza ha riportato ustioni sul 60 per cento del corpo, ma questo non è bastato a convincere investigatori della veridicità delle dichiarazioni. Gli inquirenti hanno ritrovato un accendino e una ricarica poco distanti dal luogo della presunta aggressione, mentre secondo l’Associated Press i primi esami del Dna avrebbero dimostrato che le ferite sono state auto-inflitte e le tre K disegnate col dentifricio.

Il caso è passato nelle mani del Procuratore distrettuale che deciderà se presentare accuse contro la ragazza. Dovranno, però, attendere di poter interrogare la Moffitt ancora ricoverata in ospedale in condizioni gravi ma stabili.

I media statunitensi avevano accantonato la notizia, prima di parlare di aggressione a sfondo razziale aspettavano, probabilmente, una prima dichiarazione degli inquirenti. I giornali italiani hanno invece seguito una linea diversa riempendo le prime pagine con proclami che annunciavano al ritorno del Ku Klux Klan. Alcuni riportavano anche la falsa notizia la ragazza indossasse una t-shirt con il volto di Obama, aneddoto che in campagna elettorale non guasta mai. 


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