La politica non è un paese per comici

par Antonella Policastrese
lunedì 13 gennaio 2014

Ciò che non si capisce, come non lo si capiva prima, è come abbia potuto adesso un grillo che sta a valle del ruscello, avvelenare il corso d’acqua al lupo, così come, sempre secondo il lupo, avrebbe fatto la pecora ai tempi andati. Si cerca sempre di smontare: il motore di una macchina, rappresentato dal Movimento 5 Stelle, alimentato dalla trasposizione del linguaggio televisivo sulla rete e dall’uso massivo di questa con conseguente appiattimento dell’espressività che poi si traduce in qualunquismo...
 
D’altronde Grillo è un uomo di spettacolo, a suo tempo abile incantatore del pubblico televisivo, sino a quando lo accusarono di abbeverare sistematicamente, da comunista, i suoi cavalli nelle fontane di Piazza San Pietro. Però, dopo decenni di astinenza catodica, nonostante l’avvento del sistema televisivo digitale e il moltiplicarsi dei canali televisivi, l’artista genovese è riuscito a compiere un salto di qualità attraverso l’uso di una rete dentro la quale ognuno può esprimere un’opinione non manipolata, tantomeno mediata, dai mezzi di comunicazione di massa tradizionali. Quindi l’aver dato vita ad una piattaforma potentissima come quella costruita insieme a lui da GianRoberto Casaleggio, non poteva che destare inquietudine negli altri attori principali della vita politica italiana, soprattutto dopo il trionfo alle elezioni politiche di febbraio 2013 dove il Movimento di Beppe Grillo si è piazzato alle spalle dei principali schieramenti politici con il 25 per cento di voti facendo eleggere ben 163 tra deputati e senatori.
La rete dunque ha potuto tutto questo . Egli, l’artista genovese, compaesano di De Andrè, Ivano Fossati, Maurizio Crozza, Paolo Villaggio e tanti altri protagonisti, nel bene e nel male, della cultura italiana, rimane dunque un comico e tale avrebbe fatto bene a restare, mantenendosi dentro la “corus-line” del mondo dello spettacolo. E’ triste quest’idea del mantenimento dei confini per l’espressività artistica, pur sapendo quanto hanno inciso sulla maturazione delle coscienze i versi di un cantante, come De Andrè; sulla formazione di un’italica tipologia, le parodie fantozziane di Villaggio, oppure quanto abbiano scandito il vivere quotidiano le note di Ivano Fossati.
 
Ma la politica no, non è un paese per comici, soprattutto quando portano in Parlamento qualcosa come circa 170 rappresentanti di un movimento. Trapela una preoccupazione costante nell’additare una rete che diventa tossica, perché saldamente in mano a un guru che manovra le coscienze, dissacrando i palazzi, distruggendo quei corpi collettivi (i partiti) a cui bisognerebbe tornare. Qualcuno sostiene che le rivoluzioni si fanno in piazza, dimenticando ovviamente quanto ciò faccia vibrare i manganelli, appesti l’aria di lacrimogeni e insanguini le aule e le scale di una scuola come la “Diaz” di Genova. 
 
La sintesi è questa. Si può essere d’accordo oppure no sul fatto che Beppe Grillo rappresenti la degenerazione della politica italiana; il dibattito è aperto, ma frattanto che si argomenta e si scrive su questo, si perde di vista la nascita del nuovo partito unico in Italia, capeggiato nell’ombra anche esso da personaggi della televisione della letteratura, rappresentato erga-omnes da un cazzaro di successo venuto da Firenze. Va bene l’esistenza di un partito unico, in Italia non sarebbe la prima volta; ma pretendere di essere l’unico partito è forse davvero troppo… Di conseguenza, come si fa a dissacrare l'impero tedesco se non si mettono alla porta i referenti dei palazzi e non si blocca la macchina infernale che i mercenari nostrani hanno messo in campo proprio in casa nostra? Per una volta tanto sarebbe il caso anche di dire che la piattaforma digitale creata da Casaleggio, permette di avere soldi da impegnare per campagne elettorali o spostamenti vari che non sono proventi di partito o di fondazioni che stentano ad essere fatte fuori.
 
Ci sono punti deboli nel movimento e vanno semmai rafforzati per poter affrontare almeno con una fionda un gigante dalle mille braccia e dalle mille teste che ci sta letteralmente seppellendo.
 
Foto: Vetralla5stelle/Flickr

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