La politica nel pallone: arriva il "salary cap"

par R.R.
venerdì 13 agosto 2010

“Nel giugno 2012 presenteremo la nostra riforma che si ispira ad una filosofia semplice: non si può spendere più di quanto si generi. E tutti i club sono d’accordo”.

Con queste parole Michel Platini, Presidente dell’Uefa, spiegò in cosa consistesse la norma del cosidetto “Fair Play economico”.

“Quando ero giovane – prosegue Platini – ricordo gente senza soldi che comprava le Ferrari. E grazie alle Ferrari potevano uscire con le ragazze più belle. Non è corretto! E così accade nel calcio: non hai soldi ma compri i giocatori migliori. Alla fine il risultato del campo viene alterato”.

Le Roi si riferiva principalmente al campionato inglese, uno dei piu importanti del mondo, in cui i cui debiti dei club della Premier League coprono più del 50% dei debiti totali.

La voce che nei bilanci delle società calcistiche pesa piu di tutte è essenzialmente quella relativa agli ingaggi dei calciatori: nel nostro campionato, nella scorsa stagione, i club di Serie A hanno sborsato complessivamente piu di 800 milioni di euro lordi per la remunerazione dei loro tesserati. La speciale classifica dei club italiani che “più pagano” è senza ombra di dubbio capeggiata dall’Inter di Massimo Moratti: basti pensare che per portare a Milano l’allenatore portoghese Jose Mourinho il presidente nerazzurro dovette staccare un assegno da 11 milioni di euro annui. Alle spalle dell’ Inter, ma pur sempre a distanze notevoli, si attestano le altre big del nostro campionato, Juventus e Milan, il cui monte ingaggi supera gli oltre 100 milioni.

La società di Silvio Berlusconi è stata però la prima a correre ai ripari: il buco di 67 milioni di euro è stato risanato con la cessione di Kakà al Real Madrid ed è stato fissato un tetto agli stipendi ad un massimo di 8 milioni lordi.

Furono poi le dichiarazioni di Roberto Calderoli, durante gli ultimi mondiali,ad alimentare ulteriormente le polemiche sui conti in banca dei calciatori.

“Spero che molto presto le società ridimensionino gli ingaggi. C’è chi non ha problemi a pagare ingaggi multimilionari. Per giunta, pagarli a giocatori o allenatori stranieri. Il problema è che chi vive in un mercato basato su leggi strane, può permettersi di avvelenare il mercato. E per giunta, questo obbliga anche tutti coloro che non si basano su leggi strane ad inseguire, a dover far fronte in un modo o nell’altro”, le parole del Ministro della Semplificazione.

Ed è cosi che due giorni fa, sulla scia delle parole di Calderoli, il deputato del PdL, Raffaele Lauro, ha presentato in Parlamento un disegno di legge per l’introduzione del “salary cap”,che stabilirà le regole e le cifre che le società dovranno seguire al momento di negoziare gli ingaggi con i propri tesserati.

Tale ddl, composto da un solo articolo, obbligherà la Federcacalcio a stabilire per ogni categoria il massimo complessivo che le società potranno investire negli ingaggi dei giocatori.

“Occorre contenere gli ingenti oneri legati ad acquisti e contratti di ingaggio per giocatori e allenatori dal costo stratosferico e tutelare il regolare svolgimento dei Campionati e delle Coppe, offrendo uno spettacolo coerente, con il rispetto delle regole, a tutti i tifosi che hanno il diritto di assistere al regolare svolgimento di competizioni agonistiche. Appare dunque urgente sia come misura moralizzatrice che come misura intesa a salvaguardare l’integrità economica del settore, intervenire con una energica azione calmieratrice" ha concluso Lauro.

Staremo a vedere.


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