La pizza unisce i popoli mentre il nazionalismo li divide

par Mario Barbato
giovedì 8 maggio 2025

Il nazionalismo non fa pace nemmeno davanti a una pizza. Il piatto che più di tutti ha unito il mondo, che non conosce confini e che è apprezzato da una parte all’altra del globo, finisce per essere rovinato dalle dispute politiche. politica. Non parliamo della politica interna, ma di quella estera, soprattutto in un’epoca di guerre e di conflitti. 

E’ successo a Napoli dove un gruppo di cittadini israeliani era seduto a tavola di una pizzeria nell’intento di consumare una Margherita. Tutto bene se non fosse che i clienti provenienti dall’ex Terra Santa, che di santo ormai non ha più nulla, perché gronda di sangue, si mettessero a parlare di Israele. La proprietaria si avvicina e spiega che il locale aderisce a una campagna politica di solidarietà verso la Palestina. 

Apriti cielo! Comincia una discussione che diventa sempre più animata e che dal locale napoletano rimbalza sui social network. I turisti dicono di essere stati cacciati dalla pizzeria solo perché israeliani, mentre la proprietaria parla di una semplice discussioni improntata sulla politica che le sarebbe costata un’aggressione verbale. Chi ha ragione e chi ha torto? Nessuno lo sa. Ognuno rema dalla sua parte.

Così come remano ognuno dalla propria parte gli internauti, sempre pronti a trasformare i social in un tribunale fai da te. Un tribunale dove tutti diventano giudici, giuria e carnefici senza nemmeno un processo, se non uno sommario, superficiale e affrettato. C’è così chi parla di antisemitismo e chi difende la libertà di opinione; chi grida al razzismo e chi spara contro la censura della parola. 

Insomma, più che un tribunale virtuale, i social network sono diventati un anfiteatro romano dove non mancano i pollici all’insù e i pollici all’ingiù. Con la pizza messa da parte per parlare di politica e di quel dannato nazionalismo che fin dalla notte dei tempi divide l’umanità, come la religione e tutto il resto. Tranne la pizza che in una serata di divertimento dovrebbe mettere d’accordo tutti, mettendo da parte il resto. 


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