La piramide gerarchica del male
par Damiano Mazzotti
sabato 7 gennaio 2012
“L’umiltà del male” di Franco Cassano è un saggio che esplora i buchi neri dell’anima sociale (www.laterza.it, 2011).
“Il mio anarchismo è solo l’applicazione del cristianesimo ai rapporti umani”. Lev Tolstoj
“Se vi fanno credere alle assurdità, finirete per commettere atrocità”. Voltaire
Il sociologo dei processi culturali Franco Cassano ha compreso che la letteratura e l’esperienza personale possono descrivere la natura psicologica del male molto meglio di molti trattati scientifici. Infatti il suo saggio analizza le forme letterarie di due grandi autori: la Leggenda del Grande Inquisitore di Dostoevskij (presente nel quinto libro dei Fratelli Karamazov) e la zona grigia di Primo Levi, onnipresente nei lager nazisti (“I sommersi e i salvati”; Centro www.primolevi.it).
Il personaggio del Grande Inquisitore afferma che gli esseri umani preferisco la sicurezza e la liberazione dalle responsabilità, rispetto alla giustizia e alla libertà di agire. Però Gesù si è sempre reso conto dei limiti delle persone comuni e dei capi, e grazie alla sua finezza psicologica ha saputo ispirare e motivare le persone in tutti i modi per elevarle dalla loro mediocrità, dal naturale egoismo e dall’atavico etnocentrismo (razziale, religioso, di classe). In genere i bisogni di protezione della gente comune dovrebbero essere rispettati e vanno criticate le risposte, non la legittimità delle varie manifestazioni delle nostre imperfezioni (ad esempio gli spettacoli e i riti).
Per quanto riguarda Levi è meglio riportare la sua trasposizione scientifica dei rapporti gerarchici: il potere non è sempre negativo o malvagio, perché “esiste in tutte le varietà dell’organizzazione sociale umana, più o meno controllato, usurpato, investito dall’alto o riconosciuto dal basso, assegnato per merito o per solidarietà corporativa o per sangue o per censo: è verosimile che una certa misura di dominio dell’uomo sull’uomo sia iscritta nel nostro patrimonio genetico di animali gregari”. Ma “il potere è come la droga: il bisogno dell’uno e dell’altro è ignorato a chi non li ha provati, ma dopo l’iniziazione, che può essere fortuita, nasce la dipendenza e la necessità di dosi sempre più alte; nasce anche il rifiuto della realtà e il ritorno ai sogni infantili di onnipotenza” che sono le cause principali del male e della rovina economica e politica delle popolazioni umane.
D’altra parte “un uomo liberato non è un uomo libero… un uomo libero quando fallisce non dà la colpa a nessuno” (Josef Brodskij, poeta-filosofo russo-americano, Premio Nobel). E dopotutto “Ogni individuo è un oggetto talmente complesso che è vano pretendere di prevederne il comportamento, tanto più se in situazioni estreme” (Levi). Però si possono prevedere le dinamiche dei gruppi sociali delle classi dirigenti e si può limitare l’espressione del potere in previsione di una cattiva gestione derivante dalla lunga permanenza di oligarchie paramafiose e parassitarie.
Questo perché “il potere non sta fermo, ma contagia e corrompe, mira a coinvolgere nelle proprie trame anche chi in un primo tempo è estraneo ad esse [la zona grigia]: reclutando collaboratori tra le vittime esso, se non ne uccide l’anima, la ferisce a morte” (Cassano, p. 36). E purtroppo Levi è piuttosto pessimista sulle capacità di reazione dell’essere umano: la maggior parte degli uomini è debole, non si ribella, si adatta e si arrende per sopravvivere. In molti casi la strada più facile o migliore è la fuga (come quella dei laureati che vanno a specializzarsi o a lavorare all’estero).
Del resto le istituzioni possono essere considerate come alberi, che possono dare ombra e frutti agli uomini (Gehlen). E le abitudini consentono di risparmiare tempo e di creare alcuni spazi di libertà da dedicare all’autonomia, alla riflessione e alla creatività (Berger e Luckman, La realtà come costruzione sociale, 1969). Però gli alberi secchi offrono poca ombra e niente frutti. E nelle istituzioni di tipo più tradizionale la realtà viene costruita quasi esclusivamente in base alla natura burocratica e ai dogmi sociali di chi sta in cima alla piramide gerarchica. E i capi di solito elaborano progetti sempre più ampi di sottomissione pilotata o forzata nei confronti dei livelli più bassi.
Tocqueville scrisse molto profeticamente: “Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini uguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri” (“La democrazia in America”). Tuttavia “Lo slogan della personalità minacciata dalla cultura di massa, è esatto solo per metà… non si è mai avuta al mondo tanta soggettività finemente differenziata e ricca d’espressione come oggi” (Gehlen).
Comunque, le istituzioni moderne perdendo il loro carattere “significativo e simbolico” e diventando organizzazioni sempre più funzionali, aprono la strada “ad uno smoderato estendersi dell’arbitrio” (A. Gehlen, “L’uomo nell’era della tecnica. Problemi socio-psicologici della civiltà industriale”, 1967). In ogni caso il sogno di ogni tirannia è quello di trasformare ogni uomo nel proprio burocrate (Iosif Brodskij, premio Nobel per la Letteratura nel 1987).
Quasi tutte le attuali società sono ancora basate su arcaiche gerarchie piramidali, sulle menzogne indorate e sulla manipolazione dei poteri: giudiziario, esecutivo, legislativo e comunicativo. Però le migliori società del futuro si svilupperanno grazie alla costante e trasparente ricerca della verità e alla sistematica partecipazione dei cittadini di tutte le età. E per fortuna oggi esiste l’inestimabile potere del Web, che risiede nel promuovere un sano senso di diffidenza tra le persone.
Il premio Nobel Richard Feynman sarebbe felice di questa grandiosa evoluzione. Infatti scrisse: “Se credete che sia vero quel che dico perché sono uno scienziato e ho vinto certi premi, invece di guardare le idee che espongo e di giudicarle direttamente, cioè se rispettate l’autorità – ve lo leverò dalla testa. Vi mostrerò che un uomo come me può raggiungere conclusioni ridicole. Voglio distruggere ogni rispetto dell’autorità” (1999). Perciò il crescente calore umano del Web farà scongelare pure le istituzioni religiose più glaciali, più antiche, più rigide e più dogmatiche.
Spesso “all’origine di molti nostri guai c’è l’ansia della gente di volere la risposta, invece di cercare chi ha un metodo per arrivare alla risposta… lo Stato non può pronunciarsi sulla validità di dottrine economiche, storiche, religiose e filosofiche. Ha invece il dovere verso i suoi cittadini di mantenere le libertà, e di permettere a ciascuno di contribuire all’avventura e al progresso del genere umano” (Richard P. Feynman, premio Nobel per la Fisica, “Il senso delle cose”, 1999, www.feynman.com).
In sintesi bisognerebbe convincere i diversi gruppi sociali ad ammettere le proprie debolezze e la dannosa “presunzione di essere detentori della moralità”. Cassano afferma: “la pressione morale ci mette in una condizione di insolubilità. Sono contrario alle tensioni umorali, alla violenza e a chi usa mezzi repressivi per forzare le ribellioni. Occorre invece avere una coscienza tragica, che è diversa dall’arrendevolezza. Tutti, abbandonando il moralismo e l’isolamento all’interno di un’ideologia politica o di uno strato sociale, favorendo invece la mescolanza e comunicazione tra strati sociali, costruendo quindi un atteggiamento più aperto, diventano protagonisti del cambiamento sociale”.
Facile a dirsi, difficile da progettare, quasi impossibile da realizzare. Soprattutto nei regimi retti dall’ipocrisia. Perché “La libertà non esiste se non c’è chi è capace di rischiare per essa”. E senza ricambio generazionale nelle istituzioni, gli uomini sbagliati finiscono per occupare i posti sbagliati, nei momenti sbagliati. Senza uomini liberi tutte le istituzioni sono schiave del male.
Appendice - Le vette indorate delle piramidi si studiano qui: www.brookings.edu (centro studi), www.sciencespo.fr, http://thekaufmannpost.net, www.rusi.org (Royal United Services Institute), www.adamsmith.org, www.escp-eap.it (The School of Management for Europe, Londra, Madrid, Parigi, Berlino, Torino), www.wilsoncenter.org, www.diplomacy.edu (corsi internazionali online), http://greenlining.org, http://jonathanalpert.com (psicanalista dei manager), www.project-syndicate.org (multilingue), www.mindtools.com (Change Model), http://blogs.hbr.org/kotter, www.kotterinternational.com, www.venus-seminars.net (c’è pure il corso gratuito di Derrick de Kerckhove), www.venus-project.net (Virtual University), www.europace.org (associazione di università europee), www.futurict.eu (la gestione del nostro futuro), www.ceaq-sorbonne.org (Centro Studi sull’Attualità e il Quotidiano fondato da Michel Maffesoli), www.independent.org (istituto e rivista multidisciplinare), http://georgelakoff.com, www.istitutosalvemini.it, www.fondazionebasso.it (Storia dei conflitti sociali, www.leliobasso.it), www.soas.ac.uk (The School of Oriental and African studies of the University of London), www.fondazioneeinaudi.it, www.globalresearch.ca (Centro studi sulla globalizzazione), www.iai.it (Istituto Affari Internazionali di Roma, fondato nel 1965 da Altiero Spinelli), www.acton.org (Istituto per lo studio della religione e della libertà), www.transparency.it (la lotta alla corruzione), www.monitor.com (società di consulenza dove opera lo studioso Joseph Nye), www.eiu.com (Economist Intelligence Unit), www.hks.harvard.edu (Harvard Kennedy School), www.centerforpublicleadership.org, www.hrw.org (osservatorio sui diritti umani), www.iger.org (Fondazione Gramsci Emilia Romagna), www.fondazionegramsci.org, www.insead.edu (The Business School for the World), http://eai.eu, http://prospect.org (The American Prospect, mensile liberale che tratta di cultura e politica), http://theglobalreport.org (le news dalle linee del fronte), www.freedomhouse.org (la difesa della libertà di espressione, di associazione e di stampa), www.druckerinstitute.com (management), www.fondazionerosselli.it (Centro di ricerche in campo economico e sociale), www.cnrs.fr (Centro nazionale delle ricerche francese), www.interdisciplines.org (le scienze umane che dialogano), www.cespi.it (Centro studi di politica internazionale), http://hbritalia.it (Harvard Business Review), www.syloslabini.info (le criticità dell’economia), www.aiasu.it (l’applicazione delle scienze umane), www.cambridge-leadership.com (centro dove opera Marty Linsky), www.ifg.org (International Forum on Globalization), www.corpwatch.org (Osservatorio democratico e giornalismo investigativo), www.ruckus.org (associazione che difende i diritti umani e l’ambiente), www.kettering.org (vivaio intellettuale che promuove le attività democratiche a tutti i livelli), www.opensecrets.org (Centro studi americano che promuove la politica responsabile).