La pena di morte in Italia

par Francesco
lunedì 4 maggio 2009

Indignazione nel mondo per la condanna a morte di una giovane iraniana, Delara Darabi, considerata colpevole di un omicidio compiuto quando aveva 17 anni, incautamente confessato per proteggere il fidanzato, probabile vero responsabile, che se l’è cavata con dieci anni di carcere. Sdegno anche nel nostro paese per una condanna che segue un processo probabilmente irregolare. E tutti ci sentiamo molto civili perché in Italia non c’è la pena di morte. Ma sbagliamo. Perché in Italia c’è la pena di morte.

Condanne a morte vengono decise ed eseguite quasi ogni giorno da una struttura di potere che ha mezzi, denaro, capi ed esecutori. Uno stato sovrano nei propri territori che applica le proprie leggi e punisce come vuole e quando vuole quelli che non le rispettano. Stiamo parlando della mafia. Anzi delle mafie. Camorra, Mafia, ’Ndrangheta e Sacra Corona Unita condannano a morte molte persone su base quasi giornaliera. Il 2 maggio hanno ucciso un uomo a Palmi, provincia di Reggio Calabria. Il 27 aprile in provincia di Catanzaro sono stati uccisi un uomo e una donna. Uccidono e spesso non si sa perché lo fanno. Le loro sentenze non vengono pubblicate e motivate, i loro processi non sono pubblici. 


La pena di morte mafiosa in Italia uccide tra 150 e 200 persone ogni anno, stima per difetto. Questo vuol dire che siamo il terzo paese al mondo per esecuzioni, dopo la Cina e l’Iran, e battiamo di gran lunga l’Arabia Saudita. Si potrebbe dire che i mafiosi sono criminali e anche gli altri paesi hanno la criminalità. Ma la verità è che c’è una bella differenza tra gli assassini che uccidono per motivi personali, quali che siano, e un’organizzazione che uccide chi la ostacola o chi viola le sue leggi. Questo non è un comportamento da criminali, è un comportamento da potere sovrano che applica le proprie leggi. E’ uno stato che prevede la pena di morte. Ma non è l’Italia, si potrebbe rispondere. Solo che la verità è che due stati diversi non possono convivere nello stesso territorio, a meno che non siano due stati diversi solo in apparenza.

Le mafie non potrebbero fare quello che fanno se non avessero vaste complicità politiche ed economiche. Tanto vaste che ormai può essere difficile dire se lo stato è le mafie o le mafie sono lo stato. Dunque non siamo affatto un paese civile. C’è la pena di morte in Italia, e gli italiani protestano e si indignano per le condanne a morte che vengono eseguite in altri paesi. Non prestano attenzione a quelle che vengono eseguite quasi ogni giorno, qui in Italia.

 


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