La paura nucleare, vota sì al referendum!

par francesco
mercoledì 23 marzo 2011

A due mesi dal referendum sul nucleare in Italia, si presenta drammaticamente un evento di riflessione sul voto da esprimere.

 

Si tratta degli incidenti alle centrali nucleari del Giappone causati dal terremoto che, al di là delle assicurazioni del governo giapponese (non si verificherà un'altra Cernobyl), creano molti dubbi sulla sicurezza delle stesse in condizioni estreme come un terremoto. Condizioni che in Italia si possono facilmente verificare - ultimo in ordine di tempo il terremoto in Abruzzo che, anche se di forza inferiore a quello giapponese, risulterebbe comunque pericoloso.

Il problema del nucleare risiede nel fatto che basta un incidente per creare un disastro a livello mondiale. Poco importa dove avverrà l'incidente, che sia in Europa o in Asia o in America o in Africa nulla cambierebbe perché, come abbiamo già constatato con Cernobyl, le radiazioni si spostano seguendo le correnti d'aria mettendo a rischio non solo l'ambiente, e la vita, del luogo dove avviene ma di tutto il pianeta. Nemmeno costruendole in mezzo al deserto cambierebbe qualcosa.

Normalmente, le opinioni a sostegno del nucleare si basano sul fabbisogno di energia della società moderna. Fabbisogno che serve a mantenere il livello di vita raggiunto fin qui. Ma c'è da chiedersi se il tenore di vita vale il rischio. Vale la pena rischiare di perdere tutto (perdendo la qualità dell'ambiente, di fatto, si perde tutto) nel tentativo di mantenere uno status quo che si basa sullo sfruttamento indiscriminato e su strutture che mettono a rischio la nostra vita? Ne vale proprio la pena? Secondo me no!

Se per benessere intendiamo un tenore di vita in grado di soddisfare i nostri bisogni senza "consumare" il pianeta e senza "immettere" in esso sostanze inquinanti, la ricerca dovrebbe spostarsi sin d'ora, e a tutto campo, su energie non pericolose per l'ambiente e l'uomo stesso tralasciando ogni ricerca sul nucleare spostando così il capitale necessario solo sulle rinnovabili . Ciò però non avviene. Si preferisce disincentivare tale ricerca - si vedano gli incentivi sul fotovoltaico per il 2011 - per fare spazio al nucleare pur conoscendone i limiti di sicurezza e di vita delle centrali che non supera i 30 anni.

Il dodici giugno ci sarà il referendum abrogativo della legge che prevede la costruzioni di nuove centrali nucleari in Italia, diciamo no alle centrali votando sì al referendum.


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