La parità elettorale nei sistemi politici antidemocratici
par Emilia Urso Anfuso
martedì 5 luglio 2016
Il 10 aprile del 2006, era una Domenica, ed era il secondo giorno di votazioni per il rinnovo dei due rami del Parlamento: Camera e Senato.
Quel giorno, accadde qualcosa. Qualcosa che – alla popolazione italiana – avrebbe dovuto far capire un mucchio di cose. Le votazioni, giunsero alla quasi parità dei due soggetti politici in lizza: la Casa della Libertà capitanato da Silvio Berlusconi e L’Unione, di Romano Prodi.
L’esito fu incredibile, almeno per ciò che riguarda il delicato tema del calcolo delle probabilità: secondo la maggior parte degli istituti di ricerca che valutano la percentuale di voto, parliamo quindi di istituti quali Nexus, IPR Marketing e tutti gli altri, il responso fu la vincita dell’Unione sulla Casa della Libertà, con una quasi totale parità: 50/53 per l’Unione, 46/49 per la Casa della Libertà.
All’epoca, la Legge elettorale in vigore era la Calderoli, meglio conosciuta come “Porcellum”, nome dato dallo stesso creatore della Legge che, intervistato in TV e ridacchiando, disse che si, quella Legge era proprio una porcata…Come non credergli?
Immediate le rimostranze del Centrodestra, che – di fronte a un risultato così insperabile – prese tempo, compatto, per comprendere meglio come muoversi.
In pratica, grazie ai premi di maggioranza introdotti con il Porcellum, per un misero 0,06%, il Centrosinistra si aggiudicò ben 340 Deputati, mentre al Senato, pur essendosi aggiudicato il centrodestra un 0,6% in più, il Centrosinistra appariva in netta predominanza.
Senza andare a scandagliare tecnicismi legislativi elettorali, su una Legge-porcata che, come si sa, ha di fatto tolto agli elettori il potere di scegliere e regalato ai partiti, un prezioso metodo per aggiudicarsi maggior potere - vorrei si riflettesse sull’attualità: il voto, quasi alla pari , appena determinatosi alle presidenziali in Austria.
Le grida di giubilo del neo eletto presidente, Alexander Van Der Bellen esponente dei Verdi, e dei suoi sostenitori, si sono subito affievolite, non appena si è iniziato a parlare di broglio elettorale.
“Tutto da rifare”, ha sentenziato la Corte Costituzionale austriaca, che ha ammesso il ricorso del candidato dell’estrema destra, Norbert Hofer, che aveva perso per soli 30.863 voti, guarda caso, relativi ai voti degli Austriaci che non vivono in patria e che, a quanto sembra, sarebbero stati conteggiati per modo di dire e per come conveniva.
Si potrebbe anche parlare delle elezioni in Spagna, appena avvenute, con una maggioranza relativa che ha messo al vertice la Destra contro il Centrosinistra di Podemos, ma è un'altra storia...
L’unica cosa positiva, nella totale negatività di queste tornate elettorali palesemente taroccate, è che non solo in Italia, si gioca a tavolino la partita del potere politico, che funziona pressappoco così: una volta a me, una a te.
Per il resto, ritengo di poter dire che, non solo le popolazioni stanno assistendo a qualcosa di davvero plateale, se solo avessero occhi per vedere, orecchie per sentire e intelletto per capire, e cioè che chi sale e chi scende non è cosa determinata dal voto popolare, bensì da accordi ben studiati che altro non servono se non per garantire a tutta la classe politica un poderoso aumento del potere sulle masse.
Di più: siamo giunti a un capitolo davvero assurdo, per ciò che riguarda l’epilogo di qualsiasi sogno di realizzare un sistema democratico.
Se anche questo non basta come esempio, credo che nulla più possa scardinare le evidenti convinzioni delle popolazioni coinvolte, per ciò che riguarda i sistemi politici mondiali.
D’altronde, come spiegare la differenza tra consenso, che si da quando la politica ben gestisce la cosa pubblica, e la fiducia acritica? Gramsci, teorico di questo criterio, non ha mai trovato soluzioni concrete. Evidentemente, a porre limiti alla democrazia, bastano i popoli. Più semplice di così…