La nausea: lettera di un cristiano elettore del PdL

par alfadixit
mercoledì 26 gennaio 2011

Riceviamo una lettera che riteniamo di dover pubblicare in quanto sintomo di un malessere che ormai pervade fortemente il mondo cristiano e la società. La questione morale.

Chiedo profondamente scusa per i gravissimi danni materiali e morali che, seppur in buona fede, ho contribuito a provocare. 

Come cristiano e come cittadino sono letteralmente nauseato. Gli inqualificabili episodi ai quali, purtroppo, dobbiamo sottostare sono indegni di qualunque coscienza. Come può un uomo, se uomo si può chiamare, di oltre settant’anni essere protagonista di simili bassezze e dichiarare di essere stato legittimamente votato? Certo anch’io l’ho votato ma me ne vergogno profondamente e oggi, lui ed il suo governo, non perseguono certo le ragioni per cui li ho votati. Contemplava forse il suo programma un simile ciarpame? Ha tradito il mio mandato. Come può un politico, rappresentante delle istituzioni, di fronte a tali infamanti accuse nascondersi, rifuggire dalle proprie respondsabilità vere o presunte? Ma provo soprattutto indignazione e sconcerto per quelle facce contrite dei suoi ciambellani che hanno ricevuto l’ordine di difendere il capo, di presentarsi sui media accampando improbabili persecuzioni, giudici comunisti, dipingendo il vittimismo di un moderno “Calimero” che a differenza dell’originale, manovra cinque reti televisive, giornali, industrie. Come ci si può prestare a simili bassezze.

Ma cosa c’è da difendere di fronte alla squallida evidenza del covo della “orgiatina”, dei tabulati telefonici, di Ruby e la Daddario o Noemi. Come si può per tutta risposta prospettare una legge per limitare le intercettazioni e “addomesticare” i giudici? Come cittadini non siamo forse interessati a conoscere la verità piuttosto che ad avere leggi più permissive che facilitino tali comportamenti mafiosi? Il problema è che si tratta di una persona malata, invasato dalla sindrome del superuomo a cui tutto è concesso, calpestare i cittadini, calpestare le ragazze, calpestare il bene comune, le istituzioni, la democrazia. La Santanchè insegna, non resta altro che scappare. Bene ha fatto Saviano a dedicare la laurea, ritirata nei giorni scorsi, ai giudici di Milano, sollevando polemiche con Marina Berlusconi. Provo per lei e tutta la sua famiglia la più profonda solidarietà umana e cristiana per il discredito e la imbarazzante situazione creata dal loro padre. Come cittadino provo invece ammirazione, quasi invidia, per le popolazioni della Tunisia, della Albania che hanno avuto il coraggio e la forza di reagire, di ripulire, di cacciare "i ladroni dal tempio". Certo, per fortuna la nostra è una democrazia, ma può ancora essere chiamata tale una società che ha frantumato ogni principio etico, economico, morale, con un’informazione faziosa concentrata in poche mani, narcotizzata dalla propaganda, dalla pubblicità, dalle televendite, con una asfissiante violenza vomitata a più non posso dalle televisioni, infestata da programmi e spettacoli di rara imbecillità volti ad imbonire piuttosto che a formare? Può dirsi democratica una società dove i cittadini sono visti come sudditi, come un mezzo piuttosto che come fine? Certo che dopo 150 anni di repubblica l’essere passati dai Pertini, Berlinguer, Moro, Spadolini, Nenni agli attuali Ciarrapico, Verdini, Dell’Utri, Cosentino, Cuffaro, Scajola, Gelmini, Minetti, Borghezio, Berlusconi, e solo per fare qualche nome, non può lasciare che un profondo senso di tristezza e fallimento.

F.B.

per alfadixit


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