La misteriosa comunità cinese. Terza parte

par l’incarcerato
mercoledì 15 luglio 2009

Nella terza parte di questa piccola inchiesta voglio parlare di un’altra questione molto interessante della comunità cinese che merita di essere approfondita.

I cinesi stanno sempre tra di loro, e non solo nella vita mondana o lavorativa.

Mondana perchè è raro vedere cinesi che assistono ad un concerto o ad un qualsiasi evento frequentato anche da noi italiani. Lavorativa perchè è difficile vederli insieme con noi, anche perchè lavorano duramente nelle loro aziende in condizioni inconcepibili.

Per noi però.

Loro, a differenza degli altri stranieri, non lavorano sotto ricatto, non lo fanno contro la loro volontà. Loro lavorano esattamente come in Cina, con la differenza che qui guadagnano di più e con la prospettiva di aprire a loro volta una loro impresa.

I cinesi, dicevo, sono sempre tra di loro anche per altre cose di primaria importanza: hanno i loro ambulatori e i loro medici, la loro giustizia, le loro banche, i loro negozi, i loro giornali e i loro uffici di collocamento; ovviamente tutto in maniera clandestina. Lo dice un rapporto della Guardia Di Finanza che parla di "uno Stato interno, autoregolamentato, emetico e di difficile controllo".

Ovviamente è una visione molto esagerata, ma non infondata. Il più delle volte le lauree cinesi non sono riconosciute qui in Italia, perciò si tratta di un abusivismo cartaceo più che professionale.

Oppure preferiscono risolvere i problemi legali tra di loro perchè conoscono benissimo la lentezza dei processi (anche quelli più cretini) italiani.



Ma c’è un grave problema che riguarda le donne cinesi, e si tratta dell’aborto clandestino. Purtroppo i giovani cinesi non hanno la cultura della contraccezione e molto facilemente le donne rimangono incinta, ma quando devono lavorare sedici ora al giorno per ripagare il debito che le hanno permesso di emigrare e di avviare un impresa, la maternità è un impaccio non sostenibile.

Molte di loro, invece di rivolgersi alle strutture sanitarie italiane, abortiscono clandestinamente.

Gli aborti sono realizzati da medici veri, ma anche da ex assistenti che si sono messi in proprio, o da praticoni che non sono laureati nemmeno in Cina. Il metodo è uguale al nostro, un raschiatore e una pompa per aspirare il feto, ma il problema è il contesto: scarsissima igiene e nessun esame clinico prima dell’intervento.

D’accordo, è inevitabile che ci chiediamo: "Ma sono stupide? Perché clandestinamente?". La risposta sta nel fatto che molte cinesi che ricorrono all’aborto clandestino lo fanno perché sono clandestine anche loro.

Anche se i medici non denunceranno mai la clandestinità delle donne che ricorrono all’aborto, perché per fortuna hanno o dovrebbero avere un etica, le cinesi hanno paura lo stesso. Ed è comprensibile visto il clima fortemente xenofobo di adesso.

Allora, mie adorabili teste di capra, cosa succede ora che la clandestinità è diventato anche reato?

Perché l’aborto clandestino non riguarderà più le cinesi, ma anche le altre donne di varie nazionalità. Un vero problema da non sottovalutare, Berlusconi disse che il reato di clandestinità è più che altro un deterrente. E invece non si rende conto che può anche portare alla morte.

Continua...


Leggi l'articolo completo e i commenti