La mediocrità al potere

par Françoise Beck
venerdì 12 aprile 2019

La mediocrità riguarda la cosa che non è degna di essere notata. Ed infatti, cosa se ne ricorderà della politica attuale? Anche se dei fatti inammissibili si svolgono, come lasciare gente disperata in mezzo al mare, il conto si riassume ad una mediocirtà inimmaginabile.

 

Leggo un articolo di Marc Lazar, professore di scienze politiche, specialistà dell'Italia (letemps.ch), risalente al 2012. Il titolo dice: "La mediocrità della classe politica è il problema maggiore". Era nel 2012, era valido prima, lo è ancora. L'articolo denuncia le difficoltà di tutti i partiti, la mancanza di stabilità. L'autore avvicinava già la situazione italiana a quella della Grecia. 

Dove sono i grandi personaggi dello Stato? Oggi dei ministri non conoscono la legge, si fanno fotografare con la fidanzata nuova nell'erba, ingozzandosi come orchi, ...

Siamo in piena mediocrazia. Si è allontanato lo spirito rinascimentale, quello della curiosità, quello del gusto della cultura, quello del progresso. Assistiamo, impotenti, alla decadenza.

Si pensa floscio, dice Alain Denault. E ha ragione. Peggio, se si cerca a provocare la riflessione, siamo chiamati noiosi, pretenziosi.

Basta poco per avere il potere e mantenerlo. La mediocrità ormai è diventata un modello. La critica è diventata non più l'occasione di una rimessa in questione, ma un fatto insopportabile. Evviva la banalità! Tutto è desincarnato, dal lavoro alle relazioni sociali. La politica si fa alla giornata. Si prende le persone in giro abbeverandoli di effetti dell'annuncio, di foto, di tante parole, di finta simpatia.

Noi, vogliamo di questa mediocrità?

Françoise Beck


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