La manifestazione scomparsa

par Andrea Pisani
mercoledì 4 febbraio 2009

Una risata.
E’ questa la reazione che sicuramente avranno avuto tutti i partecipanti della manifestazione in piazza Farnese del 28 Gennaio, dopo un po’ di sano zapping tra i vari tg.

Neanche l’informazione cartacea ha risparmiato il piazza Farnese Day.

Corriere della sera: "Di Pietro attacca Napolitano".
Repubblica: "Di Pietro attacca Napolitano". 
L’unità: "Di Pietro insulta Napolitano".
Skytg24: "Di Pietro contro tutti"
Il Giornale: "Di Pietro attacca Napolitano".
La Stampa: "Di Pietro attacca Napolitano, è bufera".

Verrebbe quasi da chiedersi cosa ne è successo all’evento. Qualcuno potrebbe farsi la malsana idea di un comizio di oltre 3 ore, con protagonista Di Pietro, che si è burlato di Napolitano accusandolo di essere mafioso.

Spiace quasi rompere questo quadretto "gioioso", per rendere noto che solo un analfabeta (o un furbetto) avrebbe potuto pensare che la parola "mafioso" nel discorso di Di Pietro fosse attribuita a Napolitano. Chi conosce l’italiano (ormai saranno in pochi), può tranquillamente leggere una piccola parte del discorso del leader dell’Idv:



"Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d’accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, che non siamo d’accordo sul fatto che si criminalizzino le persone che fanno il loro dovere, che non siamo d’accordo sull’oblio che hanno le istituzioni nei confronti di questi familiari delle vittime, che non siamo d’accordo nel vedere terroristi che vanno a fare gli insegnanti e informare a loro modo le cose, che fanno i saputoni e poi vediamo le vittime del terrorismo e della mafia che vengono dimenticate e abbandonate a se stesse. Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un’altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio".

Per chi avesse gravi problemi mnemonici, nonché una serie di difficoltà lessicali e grammaticali, per chi non riuscisse a tenere a mente il soggetto di una frase e si perdesse fra le subordinate e le pause dettate dai punti e dalle virgole, allora sappia una sola cosa: mafioso è il silenzio di chi, come l’informazione nostrana, dimentica la stragi di mafia, o di chi non si ribella agli scandali italiani.
O ancora, di chi strumentalizza una frase per nasconderne 100.

Se qualcuno ritrovasse per strada la manifestazione scomparsa, può tranquillamente fare un fischio; magari non ne siete a conoscenza, ma nell’evento organizzato dall’associazione nazionale familiari vittime di mafia (e non dall’Idv), si parlava di giustizia, ed oltre a Di Pietro c’erano Salvatore Borsellino, Marco Travaglio, Beppe Grillo, Carlo Vulpio, Sonia Alfano, e molti altri. 

Lo scopo è stato solidarizzare con tutti i magistrati e i giornalisti rimossi dal loro incarico, rei di essersi occupati di uno scandalo enorme che sta emergendo in Calabria. Per sensibilizzare le persone sono stati ricordati i più grandi magistrati, carabinieri, giornalisti, e via dicendo, che si son battuti fino alla morte per la giustizia.

Dove è finito l’intervento di Salvatore Borsellino, che ha mozzato il fiato ai manifestanti con il suo racconto della strage in cui è morto il fratello Paolo?
Chi di voi ha visto in televisione un frammento degli interventi dei familiari vittime di mafia? 

Che ne è stato dell’intervento di Marco Travaglio che ha denunciato uno scandalo di dimensioni abnormi, passato sotto silenzio davanti ai nostri occhi?
Infine, chi ha capito quale era il vero tema della manifestazione?

Questi comunisti han pensato, irresponsabilmente, di parlare di "stragi di mafia" e di "terrorismo", nonché di "attacco alla magistratura" e di "scandali oscuri"; fortunatamente il tutto è stato nascosto per non scandalizzare i più piccini. Potrebbero rimanere scioccati nel sentire parlare di magistrati saltati per aria, meglio far sapere che presto ad ogni bonazza italiana verrà assegnato un body-guard personale completo di pinzette, mascara e ombretto.


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