La mancata cooperazione maltese

par Salvo
martedì 14 maggio 2019

E’ ciclica la diatriba tra Malta e l’Italia per quanto riguarda la gestione del fenomeno degli sbarchi dei migranti e, di conseguenza, si riapre la spinosa questione delle dispute marittime ed economiche italo-maltesi sul canale di Sicilia.

Malta pur essendo molto piccola ha una zona marittima di Sar, ovvero di responsabilità di soccorso in quelle acque, molto estesa. La sua zona Sar è di circa di 250.000 chilometri quadrati, ben 750 volte il suo territorio con un’estensione che va dalle Isole Pelagie fino a Creta. Di fatto tale estensione produce due ordini di problemi: il primo riguarda la sovrapposizione nella zona delle Pelagie, dove l’Italia rivendica la sovranità con un maggiore spazio di responsabilità e di manovra; e il secondo uno spazio troppo ristretto -e con tanto di rivendicazione di un maggior spazio marittimo- della Tunisia per esercitare le sue funzioni.

Accanto al contenzioso marittimo c’è il nodo economico delle ZEE, ovvero zone di esclusivo interesse economico, con l’immancabile ricerca del petrolio e del gas nel Mediterraneo.

Inoltre si aggiunga lo scarica barile di La Valletta su ogni soccorso e accoglienza di migranti con tanto di negazione di responsabilità come se non fosse uno Stato appartenente all’Unione Europea.

A fronte di una così grande estensione Sar di Malta sarebbe auspicabile un adeguamento alla realtà geografica dell’area e delle competenze di ogni Stato coinvolto.

Una partita che dovrebbe interessare le istituzioni europee sia in ambito interno, per la soluzione tra Malta Italia e Grecia, che in ambito esterno con i paesi di Tunisia e, quando ci sarà una vera autorità, Libia. 

 Salvatore Falzone

 


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