La lobby omosex in Vaticano

par Fabio Della Pergola
lunedì 25 febbraio 2013

Concita De Gregorio scrive su Repubblica “Per la prima volta la parola omosessualità è stata pronunciata, letta a voce alta da un testo scritto, nell’appartamento di Ratzinger. Per la prima volta è stata scandita, sebbene in latino, la parola ricatto: «influentiam»”.

E il Papa si sarebbe dimesso per questo. Traffici gay tra alti prelati e laici esterni al Vaticano, oscure trame; magari servizi segreti, magari qualche Bond-boy in azione. Chissà.

O si parla invece di un ricatto nei confronti del Papa, dal momento che sono circolate voci piuttosto diffuse sulla sua omosessualità?

Forse per il suo abbigliamento così fashion di cui ha parlato anche il telegiornale? (intrattenendosi a lungo fra l'altro sulle sue graziose scarpette, tradizionalmente rosse a simboleggiare il sangue del martirio).

Oppure per l'esplicita affermazione di una teologa tedesca, Uta Ranke Heinemann, cattolica, ma poi scomunicata per le sue interpretazioni non conformi alla dogmatica sulla verginità di Maria, e autrice di un libro di una certa notorietà "Eunuchi per il regno dei cieli".

È stata anche compagna di studi universitari di Joseph Ratzinger, di cui ha detto: "Era l’ideale compagno di studi per una donna. Dava l’impressione di essere completamente asessuato, il partner perfetto per studiare in sale vuote e con poca luce. Durante gli anni però è cambiato molto, i suoi sguardi verso altri cardinali, come con Tarcisio Bertone, lasciano trasparire un guizzo negli occhi verso i corpi maschili che prima non aveva". Caspita, parole forti!

Parole forti che non risparmiano la Chiesa: "Da duemila anni la Chiesa ha impostato una linea di così forte ostilità nei confronti della sessualità che sarà impossibile cambiarla, basti pensare al fatto che il Papa ammonisca i giovani su tre cose, la droga, l’alcol e il sesso. Per loro il sesso appartiene solo al bordello".

Comunque sia parliamo, ormai si sa, dell’inciso riguardante la relazione della commissione d’indagine, voluta dal Papa e presieduta dal cardinale Julian Herranz, che ha cercato di gettare luce sulle oscure trame interne alla Curia vaticana. Oscure trame che gli ‘inquisitori’ hanno tentato di dipanare con decine e decine di interviste, controlli incrociati, verifiche, domande, dice la giornalista, individuando infine “una rete di lobby che i tre cardinali hanno diviso per provenienza di congregazione religiosa, per origine geografica. I salesiani, i gesuiti. I liguri, i lombardi”

“Infine - continua - quel giorno di ottobre, il passaggio più scabroso. Una rete trasversale accomunata dall'orientamento sessuale”. E, per la prima volta, la parola “omosessualità” sarebbe stata scandita fra le felpate mura.

Mettiamo fra parentesi i mille rivoli di questa inchiesta in cui, appunto, gli interessi nazionali, addirittura regionali, ed economici (fortissimi si suppone) si intrecciano fino a creare la più aggrovigliata e inestricabile (e probabilmente indicibile) ragnatela melmosa e putrescente che si nasconde dietro la ieratica facciata della Gran Basilica. Ci vorrebbe ben più di qualche giornalista per arrivarne a capo (ma nel frattempo sarebbe anche ora che il “popolo” cristiano si svegliasse un po').

Limitiamoci alla banalità di quella “prima volta” in cui la parola omosessualità sarebbe stata pronunciata fino a - ipotizziamo - toccare la somma sensibilità ratzingeriana (o i suoi scheletri nell'armadio).

Non è certo il termine in sé che costituisce una novità; omosessualità è stata spesso tirata in ballo a proposito dell’infinito scandalo pedofilia (e ancora non c’è né chiarezza, né adeguate punizioni per i prelati coinvolti), come ebbe a dire tempo fa il cardinal Bertone, irritando molti benpensanti del politically correct per l’accostamento tra omosessualità e pedofilia, accostamento che peraltro era già stato ampiamente fatto - e rivendicato - dal massimo teorico del movimento omosessuale italiano Mario Mieli. Ragion per cui, parlando di pedofilia, non deve stupire l’accostamento con l’omosessualità se è vero che “l’82% di tutte le presunte molestie consumate (da parte di ecclesiastici, ndA) tra il 1950 e il 2002 aveva come vittime dei maschi”.

Ma anche il termine “omosessuale” accostato a “lobby”, che fa nell’insieme una locuzione in stile molto Dan Brown, non è affatto una novità. Ne scrivevo quasi un anno fa, riferendomi ad un libro di un prete polacco, padre Tadeusz Zaleski, in cui l’esistenza di una ‘lobby omosessuale’ in Vaticano era descritta come qualcosa di ben più reale che una semplice ipotesi. E c’è chi ha scritto esplicitamente di un “golpe omosessualista” nella Chiesa.

Mi sembra di ricordare, ma non sono riuscito a ritrovare le fonti, che di lobby omosex in Vaticano si parlasse già almeno sei o sette anni fa; guardacaso proprio quando il Papa sussurrava “Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi”. Era il 24 aprile 2005.

Il 28 febbraio prossimo venturo ci sarà la Grande Fuga (quindi ha vinto la Grande Paura?).

Poi sarà come andare al cinema: un gigantesco tutti contro tutti, con i Cani del Signore che cercheranno di scacciare i Lupi Porporati e viceversa. Avevo già detto che "prima o poi tutti gli Imperi crollano, anche quelli dello Spirito (Santo)".

Non so se già ci siamo, ma di sicuro tutto questo somiglia molto alla Caduta dell'Impero Romano.


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