La lobby degli anti-grillo: dalle sedi dei partiti alla rete e agli organi di stampa

par Guelfo Magrini
martedì 4 marzo 2014

La notizia è sempre la stessa, il M5S fa schifo e va cancellato, Grillo è un nazista, Casaleggio è un corruttore di anime eccetera. 

 
Sempre uguale a se stessa, questa campagna, che si rianima in occasione di sofferenza quale quella vissuta con il colpo di mano di Renzi sul parlamento, in modo che tutte le magagne reali del paese (e soprattutto quelle dei politici rappresentati dal blogger anonimo di turno che posta le sue trollate anche su giornali partecipativi come questo, facendo danni all’immagine di una corretta informazione), si sciolgano e non occupino più le menti dei probabili (ma non più certi) elettori. 
 
Gli improperi, le semplificazioni, gli insulti all’intelligenza della gente si sono organizzati ovunque, fin dal momento del successo elettorale dei grillini, i quali sono colpevoli di aver sottratto all’allegra brigata del partito unificato (sedicenti oppositori Lega e Sel compresi) parecchie centinaia di posti privilegiati, con ricche prebende a prescindere dai dissesti provocati al paese.
 
C’è da essere imbufaliti e organizzare subito canali addomesticati per rovesciare livore e continue secrezioni biliari sui giovani e anziani neoeletti cittadini organizzati. I mezzi di comunicazione diciamo “paraistituzionali” non si sono mai fatti mancare questa liberatoria terapia di denigrare qualsiasi cosa provenisse dall’area cinque stelle, come hanno testimoniato varie personalità del giornalismo e della cultura, stilando addirittura una classifica d’insulti e provocazioni gratuite rivolte al movimento; nella maggioranza dei casi analogie con dittature brutali perfettamente ipotetiche, talmente faziose e idiote da agire in modo controproducente, facendo aumentare il consenso popolare invece di eroderlo, tanto che ci sarebbe da pensare ad un “gomplotto” di Grillo.
 
In rete capita spesso di assistere a discussioni demenziali, che di partecipazione politica non hanno nulla e che tradiscono l’appartenenza partitica dei denigratori; quelli di Sel, i più astiosi, quelli del PD più sarcastici, quelli del resto della destra pomposi e maliziosi. Tutti o bugiardi o incompetenti, facilmente sputtanabili attraverso ragionamenti pacati ai quali si risponde con il nulla dell’insultino mascherato da supponenza vacua.
 
A me questi esternatori di una serie di frasi fatte paracadutate dalle ideologie del partitismo, devo confessare che mi fanno pena. Non possono ambire a rappresentare una voce di saggezza e obbiettività nel futuro difficile che ci aspetta, in Italia, come in Europa e oltre.
 

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