La linea dura della Fiom fa perdere iscritti

par Libero Mercato
mercoledì 12 gennaio 2011

Nel centro di Torino ricompare inquietante la stella a cinque punte come corollario alle minacce contro Marchionne, mentre la Fiom si prepara alla prova dei fatti nel prossimo referendum a Mirafiori il 13 e 14 gennaio, annunciando comunque lo sciopero generale indetto il 28 gennaio contro "l'attacco antisindacale e antidemocratico alle relazioni sindacali nel nostro paese".

Prosegue dunque la linea dura del leader dei metalmeccanici Maurizio Landini, nonostante sei ore di colloquio con la collega della Cgil Susanna Camusso e l'invito di quest'ultima ad "assumersi la responsabilità di stare con i lavoratori" qualunque sia l'esito della consultazione, e quindi di trovare un modo per rientrare in fabbrica.
 
Il comitato centrale della Fiom, definizione atavica dal sapore sovietico, insiste sulla miopia industriale, condannandosi ad un graduale inevitabile isolamento.
I primi segnali negativi si sono avvertiti nell'ultimo anno, con la perdita di alcuni tesserati nello stabilimento di Pomigliano.
 
Dei circa 700 iscritti circa una sessantina sarebbero trasmigrati nella Fim e nella Uilm.
 
Secondo Giovanni Sgambati, segretario campano della Uilm: "Nelle settimane tra giugno e luglio almeno una quarantina di iscritti Fiom sono passati con noi. Non è una scelta che abbiamo sollecitato, piuttosto parlerei di un'adesione dettata dall'arroccamento della Fiom".
 
Antonio Borriello, delegato Fim alla linea 159 Alfa Romeo conferma:"Nel mio reparto sono una quindicina gli iscritti Fiom passati dalla nostra parte, dopo qualche mese di travaglio hanno deciso di non rinnovare più l'adesione con i metalmeccanici della Cgil. Tutti mi hanno confessato un forte disagio nei confronti di una linea politica votata alla sconfitta".
 
Il travaso di tessere viene confermato anche dalla stessa Fiom, dal responsabile per il tesseramento di Pomigliano, Stefano Birotti, che però la giustifica con il movente intimidatorio: "Le disdette sono arrivate perché i lavoratori sono stati intimiditi dalla Fiat e dagli altri sindacati".
 
Più diretto il giudizio di Nicola Di Nardo, delegato Fim: "La Fiom s'a rat' a zappa ncoppa e piere".
 
Con l'investimento a Pomigliano la Fiat è pronta ad avviare la produzione a regime di 280 mila autovetture della nuova Panda, insieme ad aumenti retribuitivi garantiti, in base al nuovo assetto contrattuale, di circa 360 euro l'anno.
 
Su Mirafiori l'investimento previsto da Marchionne è di 1 miliardo circa.
Si attende l'esito del referendum per capire se tra gli operai prevarrà ancora il realismo e la voglia di affrontare insieme alla dirigenza Fiat le sfide del futuro o se saranno ammaliati dalle sirene anacronistiche degli irriducibili del Comitato Centrale.

Leggi l'articolo completo e i commenti