La libertà di stampa secondo Augusto Minzolini

par maurizio carena
lunedì 5 ottobre 2009

"Libertà di stampa in pericolo? Assurdo". Così il direttore del tg1 Augusto Minzolini nell’edizione delle ore 20 del "suo" tg, a proposito della manifestazione organizzata dal sindacato dei giornalisti (FNSI) sabato 3 ottobre, che ha visto una folta partecipazione di persone e associazioni.
 
Forse il direttore del tg1, in veste di commissario politico della portaerei dei mainstream di regime, non conosce i rapporti di uno degli studi più importanti del mondo sulla libertaà di stampa, quello di Freedom House dove si può chiaramente vedere che l’Italia è il paese occidentale che si colloca ultimo assoluto e viene valutato come paese "partially free". (Come la Colombia, uno stato terrorista, per intenderci).

E si noti che Freedom House è un ente molto conservatore, assolutamente anticomunista, finanziato da un governo alleato (USA), eppure, nonostante tutti gli sforzi non è riuscito più di tanto a salvare la faccia di un paese con un conflitto di interessi e una concentrazione politico-economico-mediatica di dimensioni sconosciute nell’intero pianeta. Una faccia, diciamocelo francamente, vergognosamente impresentabile.

Forse Minzolini voleva, come tutti i fedeli servitori, ricalcare le parole del suo amico personale, nonché capo (suo, del governo, della Rai, del paese), che aveva precedentemente affermato, cercando di non ridere, che "la libertà di stampa in Italia è più ampia che in qualsiasi altro paese occidentale" (Berlusconi, 2 ottobre 2009).
 
Libertà di stampa. Forse la videocarne Berlusconi voleva riecheggiare la tradizione italiana, splendidamente espressa nel discorso tenutoda un altro cavaliere il 10 ottobre 1928, a Roma, ai direttori di giornali: "Le vecchie accuse sulla soffocazione della libertà di stampa da parte della tirannia fascista non hanno più credito alcuno. La stampa più libera del mondo è la stampa italiana(...)Il giornalismo italiano e’ libero perche’ serve soltanto una causa e un regime; è libero perché, nell’ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, le funzioni di controllo, di critica, di propulsione." ( Romano Canosa, "La voce del duce", Mondadori 2002, pag 20).
  
Questa, purtroppo, è la tradizione della "libertà di stampa" in Italia, che, riassunta per epitome, potrebbe essere sintetizzata in: bolli, cauzioni, editto albertino, gerente responsabile, finanziamento stampa amica, sequestri prefettizi, sospensioni, censura, fondi segreti del ministero, intercettazioni telefoniche, schedature, autorizzazioni, devastazioni di tipografie, ordine (fascista) dei giornalisti, albo (fascista) dei giornalisti, articolo 21 della Costituzione-legge n° 47/1948 (direttore responsabile penalmente, registrazione etc), "diffamazione"(art 595 cp), giornalisti, gambizzati, minacciati, querelati. Giornalisti morti ammazzati.

Chi è Augusto Minzolini?

Il servilismo di questo gerarca della Pravda di regime ha origini antiche. Non mi viene in mente niente di meglio di questo breve ritratto che ne faceva Diego Novelli su AIDEM (n 1, dic. 2006).



"Il neologismo ’minzolinismo’ appare per la prima volta nel 1995 sugli Annali del Lessico Contemporaneo di Michele Cortellazzo (...) Che vuol dire? Leggiamo: Minzolinismo, singolare maschile, forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni, anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle affermazioni raccolte.

Minzolini, amico personale di Berlusconi, ha consolidato negli anni questo modo di fare informazione, origliando dietro le porte, guardando dal buco della serratura, raccattando frammenti di conversazione sui divani del transatlantico. (...) Questo tutt’altro che esemplare modo di esercitare la professione (che vorrebbe il riscontro di ogni notizia), anzichè essere bandito dalle testate "serie", è stato invece elevato a sistema, tanto che negli ultimi anni è apparsa sui maggiori quotidiani nazionali (La Repubblica, La Stampa, Il Corriere della Sera) la testatina "il retroscena".

Poi, dopo aver strisciato per anni con la casta al potere ed aver dimostrato la sua "affidabilità ", la sua "organicità" al sistema, è diventato direttore del tg1.

Per poter, per esempio, impunemente sputare sulle manifestazioni popolari a cui partecipano centinaia di migliaia di persone e che lui come giornalista (se fosse un giornalista) dovrebbe difendere.
 
Augusto Minzolini, con le sue dichiarazioni sulla manifestazione per la libertà di stampa, ha gettato la maschera.

Ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, di essere al servizio del regime catodico oggi al potere in Italia.
 
Ha tradito il suo sindacato, la sua professione, la sua anima, semmai ne possieda una.
 
Non dimentichiamo chi è il più longevo direttore di tg nell’italia di "Papi", da circa tre lustri alla guida del tg4, inamovibile, indiscutibile, inarrestabile: Emilio Fede.


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