La legge bavaglio è già in azione

par Alfredo d’Ecclesia
mercoledì 13 ottobre 2010

Da un amministratore di "Writer’s Dream", un gruppo di cui faccio parte, arriva una notizia per certi versi sconvolgente, una notizia che fa capire bene il senso della legge bavaglio riuscendo a togliere parola ai cittadini. Il fatto è di una gravità inaudita: si vuol togliere la parola a tutti e lasciarla solo a quell’ 1% che deve rappresentarci ,senza che la Costituzione sia ancora cambiata e senza che la legge bavaglio sia ancora entrata in funzione.

 

“E’ successa una cosa che non possiamo e non dobbiamo ignorare. Non possiamo farlo perché non è una cosa che tocca solo Sul Romanzo ma riguarda tutti, e da vicino, perché si tratta di diritti costituzionali fondamentali che non possono e non devono essere violati. Eppure è già accaduto."

A febbraio, Morgan Palmas pubblica sul blog "Sul Romanzo", due articoli sulla vicenda di Maria Antonietta Pinna, una studentessa universitaria che accusa la sua correlatrice di laurea di plagio nei confronti della sua tesi. La professoressa Turrini replica che il suo saggio è uno studio ben più approfondito di quello della studentessa, che ha ben poco da spartire con la tesi di Maria Antonietta Pinna.
 
Si arriva a una causa per plagio da un lato e ad una per diffamazione dall’altro.
Non è questo però che interessa a noi, bensì ciò che è successo negli ultimi giorni. A Morgan arriva una mail di Google, dove gli viene notificato l’oscuramento dei due post su richiesta della Polizia di Stato (Compartimento dell’Emilia Romagna, sezione di Ferrara) per una richiesta di accertamenti.
 
Nella mail è allegato il documento ufficiale della Polizia, dove viene specificato che la richiesta viene avanzata perché v’è un reato di cui all’art. 595 del Codice Penale per diffamazione con pubblicazione di articoli postati sul sito internet.
 
Un oscuramento avvenuto senza processi, senza sentenze.
Alessandro Gilioli, nel suo blog su L’Espresso, scrive:
"Google si è immediatamente adeguata e gli articoli del 26 febbraio e del 3 marzo sono stati quindi eliminati d’imperio dal sito senza che il titolare del blog potesse farci nulla, ma soprattutto, senza che il reato di diffamazione fosse discusso ed eventualmente provato in un’aula di tribunale. Uno è poi riapparso mentre l’altro è rimasto oscurato. Oggi Morgan ne scrive, appunto,sul suo sito. Ho chiesto un parere in merito all’amico giurista Guido Scorza. Ecco quello che mi ha risposto: «Il provvedimento – credo raro, se non unico nel suo genere – è a mio avviso illegittimo. Un PM, evidentemente, non può da un lato ordinare l’acquisizione di elementi di prova utili a verificare se via stata una diffamazione e, contemporaneamente, ordinare la “cancellazione” degli articoli asseritamente diffamatori dei quali ha domandato l’acquisizione proprio allo scopo di verificare se SONO O MENO diffamatori».
 

Chiaro no? Prima si censura, poi si decide se andava censurato. Potrebbe capitare ad ognuno di noi. Ecco perché non possiamo – né, in alcun modo, dobbiamo – rimanere in silenzio di fronte a un tale avvenimento. Si tratta di una violazione grave dell’art. 21 della Costituzione Italiana. Un articolo fondamentale, che recita quanto segue:

Art. 21.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’Autorità giudiziaria.
Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto.
Il reato di diffamazione non rientra tra i casi che prevedono il sequestro.
 
Vi prego di leggere l’articolo di Morgan sulla questione e, soprattutto, di condividere la notizia in tutti i modi possibili. Non è la vicenda di Maria Antonietta Pinna e di Miriam Turrini l’oggetto di questa notizia, non è questo il problema: il problema è la limitazione della libertà di parola, una limitazione che non dobbiamo in alcun modo accettare.

Leggi l'articolo completo e i commenti