La grande bugia di stato: le bombole-bombe

par GeriSteve
lunedì 21 maggio 2012

Lo stato italiano, attraverso i suoi rappresentanti, ci ha propinato la bugia del millennio: bombole che esplodono come fossero bombe.

Nell’Italia dell’otto-novecento la gente “colta” studiava il latino mentre i contadini studiavano il niente: la Cultura Scientifica era di pochi cittadini e del tutto sconosciuta in campagna, così accadde che la diffusione tecnologica si accompagnò a ingenui errori linguistici. Tipico il caso de “l’aradio”: nella prima metà del novecento molti italiani così dicevano e scrivevano, riferendosi a quell’oggetto maschile inventato da Marconi, che oggi noi tutti chiamiamo “la radio”.

Analogamente, con l’irrigazione a “pompa” (prima manuale e poi a motore) generazioni di italiani erroneamente chiamarono “pompa dell’acqua” il tubo o la canna dell’acqua.

Il gas da illuminazione arrivò soltanto in città, ma in campagna molti decenni dopo arrivò quello per uso domestico, cioè per cucinare e alimentare qualche rara stufetta.

Il gas arrivò in bombola e per molti decenni non fu neanche pensabile il gas senza bombola, tanto che “gas” e “bombola” furono considerati sinonimi: aprire la bombola o aprire il gas, accendere la bombola o accendere il gas, puzza di bombola o puzza di gas, incendio di bombola o incendio di gas, esplosione di bombola o esplosione di gas.

Noi oggi sappiamo o dovremmo sapere che si apre il rubinetto di una bombola, ma ciò che puzza e brucia è il gas, non la bombola. Ciò che può esplodere è un locale carico (o saturo) di gas (basta una scintilla), cioè un locale che contiene aria (quindi con con ossigeno) e gas da combustione, che sia metano o gpl. Ma a suo tempo si diceva semplicemente che era esploso il gas o, ancor più frequentemente, che era esplosa la bombola. Erano eventi disastrosi, da riportare sui giornali, e il giornalista che sentiva dire che “era scoppiata la bombola”, trascriveva ciò che sentiva dire, perché anche allora i giornalisti erano ignoranti come cocuzze e mica sapevano bene cosa fosse il gas e cosa fosse la bombola.

Ma la parola scritta sul giornale è autorevole, così i lettori colti, che invece conoscevano la differenza fra il gas e la bombola, credevano che davvero fosse scoppiata la bombola, e così nacque la leggenda delle pericolosissime bombole che esplodono, leggenda che si autoalimentò: ogni volta che c’era un’esplosione da fuga di gas, magari in un palazzo di città in cui mai era entrata una bombola, i giornalisti scrivevano sempre che era esplosa una bombola e tutti ci credevano. E’ così che è nata la leggenda, esclusivamente italiana, perché legata ad un errore linguistico di italiano, secondo cui le bombole (e non il gas nell’aria) esplodono. In tempi più recenti la leggenda è stata alimentata da alcune esplosioni causate da persone che alimentavano l’auto con il gas da cucina (più economico di quello da trazione). Per trasferire il gas dalla bombola al serbatoio usavano una pompa elettrica che facilmente produceva scintille nel garage carico di gas, con conseguente botto e conseguente rinforzo della leggenda secondo cui le bombole esplodono. Se spieghi perchè una fiamma non potrà mai propagarsi dentro una bombola, ancora oggi molti ti guardano increduli.

Gli italiani sono terrorizzati dalle bombole: non le confondono più con il gas, ma con le bombe sì: sono tutti convinti che le bombole siano pericolosi oggetti esplosivi. C’è una certa analogia con le bottiglie Molotov, usate dai russi a Stalingrado per far esplodere i panzer tedeschi: molti (forse anche gli stessi russi) credevano che li facessero esplodere le bottiglie di benzina accese; queste invece, innescavano soltanto l’esplosione, che poi avveniva per i vapori di benzina e gli esplosivi che stavano dentro il panzer.

E’ su questi presupposti culturali o, per meglio dire, su questi presupposti di diffusa ignoranza, che lo stato italiano ci ha propinato la bugia del millennio.

Lo so, l’affermazione sembra spropositata di fronte alle twin towers che, colpite a metà altezza, sono entrambe crollate in un colpo solo, come invece può succedere soltanto se minate alla base, o di fronte al pentagono colpito da qualcosa che certamente non può essere stato un aereoplano di linea. Una bomba a Brindisi, che nello stesso giorno in cui è prevista una manifestazione antimafia uccide forse “soltanto” una brava ragazza colpevole di andare a studiare a scuola, al confronto sembra poca cosa.

Ma quella che è enorme, incredibile, è la sfacciataggine della gran bugia di stato! L’obiettivo è chiaro: dimostrare che a Brindisi non c’è stato complotto terrorista, né mafioso né politico: è stato un individuo che ha agito per motivi individuali e ha fatto tutto da solo.

E come ha fatto l’attentatore solitario? Semplicissimo, lo saprebbe fare anche un bambino: ha collegato un telecomando, o ancor più semplicemente, un telefonino, a tre bombole di gpl. Quando tu telefoni, come tutti gli italiani ben sanno, le bombole non rispondono “pronto, chi parla?”, ma come loro abitudine, esplodono! BOOM!

Io non so come era costruita la bomba alla scuola Francesca Morvillo di Brindisi, ma so per certo come non poteva essere costruita: non poteva non avere dei detonatori, e l’esplodente non poteva essere le tre bombole di gpl, perché queste non esplodono, neanche se – chissà come - ci ficchi un detonatore dentro ciascuna: ci si dovrebbe ficcare dentro anche l’ossigeno, necessario per l’esplosione! Il detonatore doveva essere invece collegato ad una qualche bomba “tradizionale”, che a sua volta era potenziata dall’effetto incendiario delle bombole.

Su queste oscene “informazioni di stato” o, per parlar chiaro: su questa schifosa bugia, non è facile arguire come fosse fatta davvero la bomba, ma non è neanche importante.

Ciò che conta è che una innocente studentessa è stata bruciata e fatta a pezzi, altre più o meno devastate e il terrore è stato sparso a piene mani, lasciando però una chiara traccia: la bugia di stato.

Su quella bomba, come sempre, questo stato ha certamente qualcosa da nascondere.

PS 1 : anche nelle tragedie come questa si può trovare qualcosa di divertente; dopo aver scritto quest’articolo, mi è venuto in mente di digitare “esplosione bombola” su wikipedia, tanto per avere una certificazione “neutrale” del fatto che non esiste che una bombola esploda.

Con mio stupore ho scoperto che invece la bugia di stato ha già fatto un’altra vittima: la versione italiana di wikipedia, secondo cui il 19 maggio 2012 a Brindisi sarebbe apparsa – prima volta nella storia - l’esplosione di bombole di gpl:

Storia di Brindisi

Il 19 maggio 2012 Brindisi fu funestata da un attentato terroristico, con esplosione di alcune bombole di gas GPL , finalizzato ad ...

Mi consola il verificare che la bugia di stato non si è estesa all’estero: se faccio la stessa ricerca in inglese trovo: The page "Gas cylinder explosion" does not exist.

PS 2 : a scanso di malintesi, va ben chiarito che in molti attentati con auto bombe, l’efficacia della bomba è stata potenziata “aggiungendo” un forte effetto incendiario con bombole di gas squarciate nell’esplosione, che però non possono “costituire” loro la bomba, come invece si pretenderebbe che sia successo a Brindisi.


Leggi l'articolo completo e i commenti