La governabilità difficile di Bersani

par Camillo Pignata
mercoledì 13 febbraio 2013

Bersani dice di votare il PD per avere una maggioranza assoluta, ma questo è un auspicio, e non la realtà che si prospetta oggi dai sondaggi. Grillo ,Ingroia e Monti fanno incetta di voti PD, tanto o poco, ma quel che basta per impedire al partito di Bersani di avere una maggioranza autonoma.

Per ora, una maggioranza assoluta PD/SEL è un’ipotesi irrealistica. Ma se l’avesse, Bersani, potrebbe, anche se con molte difficoltà, governare in Italia, come in Europa.

I trend dei sondaggi si sono stabilizzati e questi assicurano una vittoria del centrosinistra alla camere, e un pareggio al senato. Berlusconi è dunque fuori gioco, ma il centro sinistra non può governare senza l’aiuto di partiti o movimenti estranei alla coalizione.

In Europa per il centrosinistra non esistono problemi simili a quelli berlusconiani. A livello europeo l’affidabilità di Bersani è fuori discussione. Certamente non mancheranno le difficoltà connesse alla prevalenza in UE della componente politica di destra, ben lontana dalle esigenze di crescita e ed equità portate avanti dal centrosinistra. In ogni caso ci sono le condizioni e lo spazio necessario per la difesa degli interessi italiani.

In Italia la prospettiva per il centro sinistra è una governabilità difficile, piena di ostacoli a volte insormontabili, ma non impossibile. È l’azione di condizionamento della destra moderata e della sinistra cosiddetta radicale, sull’agenda del prossimo governo.

Le due questioni sono legate nel senso che, sulla base degli ultimi sondaggi, la coalizione PD/SEL,per governare ha bisogno di accordarsi con Monti, e Monti per accordarsi chiede di condizionare il centro sinistra. Parimenti, in assenza di Monti, per governare la coalizione ha bisogno di accordarsi con Ingroia, il quale, per accordarsi, chiede di condizionare il centro sinistra.

L’alleanza con Monti preclude l’alleanza con Rivoluzione civile, che vuole un governo alternativo a Monti. L’alleanza con Ingroia preclude l’alleanza con Monti, che vuole un governo alternativo alla sinistra.

Grillo rifiuta ogni tipo di alleanza con tutti i partiti.

Ma il dato di fatto è che senza il contributo di Monti o di Rivoluzione civile e di Grillo, PD SEL non riusciranno a governare.

In queste condizioni ogni alleanza è preclusa, ma non sono precluse forme di collaborazione ed accordi su singoli provvedimenti.

La corruzione, il conflitto di interessi, le riforme istituzionali,sono tematiche su cui è possibile una convergenza di Monti ed Ingroia. E con Ingroia sono possibili convergenze in tema di lavoro e di diritti civili. Insomma possono essere operative maggioranze variabili in relazione a singoli temi.

A livello europeo l’affidabilità di Bersani è fuori discussione. Ci sono dunque le condizioni, per lo spazio necessario per la difesa degli interessi italiani.

Ma tutto ciò sarà difficile, ma possibile se non si mettano di traverso i moderati del PD, per i quali vale il detto o Monti o morte. Dovrebbe prevalere il senso delle istituzioni e il rispetto per la sopravvivenza dell’Italia. L’Italia prima di tutto. Sarà così? È difficile dirlo, in ogni caso non è un traguardo impossibile.

E a complicare la situazione interviene l’azione politica concretamente perseguita dalla Lega. Se vince Maroni in Lombardia, le principali regioni del nord vanno in mano al carroccio, che opera in una logica di contrapposizione con il governo italiano, il che è un ulteriore fattore di ingovernabilità. Non si può governare con le regioni che sono il motore dell’industria italiana, in contrapposizione alle altre regioni, un Paese politicamente spaccato in due.

Certo una governabilità difficile ma necessaria, se non si vuole precipitare nel baratro. 


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