La giustizia non è un reality

par Francesco Scolamiero
giovedì 24 maggio 2012

L'attentato di Brindisi ha scatenato nel web una sorta di caccia al colpevole. Forse è l'enorme diffusione di telefilm polizieschi che spinge tutti a partecipare a questa specie di grande gioco investigativo. Troppo spesso ultimamente abbiamo assistito a mostri sbattuti in prima pagina senza un minimo di prova, causando inoltre enormi danni alle indagini. Creare confusione non fa altro che aiutare i colpevoli.

Negli ultimi anni abbiamo sempre assistito a uno scontro cruento fra magistratura e potere politico, molti sostengono che questo imbarbarimento coincida con l’avvento di Berlusconi sulla scena politica, purtroppo è nato molto prima.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: ieri ricorreva il ventesimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, fra qualche mese sarà quello di Paolo Borsellino. Forse sarebbe il caso di tornare a studiare seriamente quegli anni, al lento logoramento politico e sociale che ha dovuto subire il giudice Falcone.
 
Leoluca Orlando ha vinto le elezioni a sindaco di Palermo ma molti forse hanno dimenticato la furiosa campagna mediatica che scatenò contro il giudice palermitano fino a presentare un esposto al CSM.
 
Non possiamo scordarci quando la Lega cavalcava l’onda lunga di Tangentopoli e ora grida al complotto, perché hanno trovato loro con le mani nella marmellata.

 
Berlusconi è un caso a parte e molto più complicato, gli dedicherò per questo un post ad hoc, non posso però dimenticare come le sue TV osannavano il pool di Mani Pulite all'inizio (il mitico Brosio che rischia di finire sotto un tram) e subito dopo cambiarono completamente direzione.

Da ultimo lo stesso Grillo ha commentato le recenti inchieste sulla Lega e la sua convocazione per i fatti no TAV come un possibile complotto. D’altro canto anche i giudici sono diventati molto più loquaci di un tempo e il riserbo investigativo e la prudenza quasi non esistono più.

Prendo due esempi che mi danno molto da riflettere, se pur diversi noto in entrambi un comportamento molto simile della magistratura inquirente.

 
Parlo dell’assassinio di Sarah Scazzi e dell’attentato di Brindisi dove ha trovato la morte la povera Melissa.

 
C’è stata subito un’ansia da prestazione, un voler risolvere il caso in 24 ore, trovando subito il mostro e ottenendo il giusto risalto mediatico. Abbiamo visto com'è andata a finire nel caso della povera Sarah dove tutti pensavano di aver trovato il nuovo Girolimoni. Lo stesso sta accadendo nell’attentato dell’altro giorno, da una parte la magistratura che invece di fare tutti i rilievi del caso, si è subito precipitata a seguire una sola pista, dall’altra un can can mediatico che, per chi non è un abituale navigatore sui blog, c’è da rabbrividire.
 
In ordine sparso sarebbe colpa di: Mafia, Pedofili, Sacra Corona Unita, Regolamento di conti, faida familiare, strategia della tensione, terrorismo islamico, servizi deviati, spasimante non corrisposto, bravata, ecc, mancano solo gli ufo e la profezia dei Maya e siamo al completo.

 
Io sono un liberale fino al midollo, ma mi sto sempre più convincendo che dobbiamo operare una sorta di censura televisiva a tutti i vari telefilm, CSI, Law & Order, NCIS per il bene della salute mentale dei cittadini.

 
Altro che prima, seconda o terza repubblica, dobbiamo ritornare a quello che è un principio basilare delle democrazie moderne: la separazione dei poteri, vera.

 
I politici facciano il loro mestiere e i giudici il loro e aggiungerei anche i giornalisti.

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