La gente odia la cultura. Che sia ora di un elitismo illuminato post-demagogico?

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sabato 26 maggio 2012

La "gente comune" considera cialtronate le opere d'arte e non vuole dare "soldi dello Stato" ai musei. Nella sezione commenti di un articolo su Corriere.it, c'è stato un plebiscito in tal senso.

Il 18 aprile 2012, sul sito web del Corriere della Sera, è stato inserito un articolo sul Museo d'Arte Contemporanea CAM di Casoria e sulla CAM Art War, una guerra contro l'indifferenza delle istituzioni e della società verso l'arte e la cultura, combattuta bruciando una ad una le magnifiche opere d'arte ospitate nell'eroico museo di Terra di camorra. In varie altre parti del mondo, artisti di ottimo livello si sono uniti alla protesta e hanno bruciato alcune loro opere per solidarietà, come è documentato sul blog del museo.

Ma veniamo alla sezione commenti dell'articolo. Praticamente non c'è divergenza di opinioni fra i commentatori. Fra la "gente comune" vige un Pensiero Unico. Quello secondo cui l'arte contemporanea è una gran cialtronata e sarebbe meglio se le istituzioni la lasciassero morire. Agghiacciante, ma è esattamente il comune sentire.

Ecco alcuni esempi:

«Ce n'è uno a Rivoli [lo straordinario Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, ndr], in una sede più che degna, e quando sono andato a vederlo mi è venuto da ridere. Se quella è arte io sono Raffaello. Lo Stato fa bene a risparmiare i nostri soldi...»;

«Quella è arte? Un disegno del genere io lo facevo alle medie!!»;

«Un "Museo dell'Arte Contemporanea" a CASORIA ? Ma fatemi ridere.........»;

«L'arte moderna è in crisi perchè tanti pseudo artisti si credono Raffaello, Picasso, Van Gogh e realizzano quadri incomprensibili che nessuno va a vedere...»;

«...c'è ancora qualcuno nella torre d'avorio che vuole i soldi per l'arte...».

Così la pensa la gente comune. Gente anche leggermente sopra la media, trattandosi di chi commenta un articolo nella sezione Cultura del Corriere.it. È triste, ma è la verità.

Qualcuno penserà che forse c'è del vero, in certe convinzioni popolari. Che forse è un po' vero che l'arte contemporanea è una cialtronata. Faccio notare che le stesse cose le dissero di Matisse, di Mondrian, di Klee. E oggi, proprio a causa della volgarità delle istituzioni e della società civile, nelle sale da concerto di tutta Italia è un evento rarissimo anche l'esecuzione di musica di György Ligeti, che è considerato quasi unanimemente (da coloro che si intendono di musica) il più grande compositore del secondo Novecento. Cialtrone anche Ligeti? Basta un'analisi della vertiginosa struttura (frutto di una capacità tecnica mostruosa) dei suoi lavori, per mettere in ridicolo i sostenitori di una simile ipotesi.

È chiaro che se c'è un problema non è la cialtroneria di "certa arte". Per molti è difficile ammetterlo, ma il punto è un altro. Il problema è un altro. Il vero problema è la volgarità della società civile e delle istituzioni che degnamente la rappresentano. La quasi totalità della classe intellettuale non ci vuole credere e si ostina e far riferimento a un popolo potenzialmente consapevole che esiste soltanto nei sogni. Un popolo capace di vera autocoscienza, capace di leggere Gramsci e ascoltare proficuamente la musica di Luigi Nono. Un popolo che non esiste, sebbene sia quello a cui fanno idealmente riferimento quasi tutti i nostri professori universitari e intellettuali vari.

E il vero popolo? Il vero popolo è quel 99% della popolazione che non solo se ne frega dell'arte e della cultura, ma preferirebbe che le istituzioni le lasciassero morire. Perché quello che gli interessa è il telefonino nuovo, il SUV da 11 mila euro da comprare a rate, i pomeriggi al centro commerciale, i sabati sera nei soliti locali. Altro che arte contemporanea! Altro che CAM! Ma chissenefrega se György Ligeti non viene eseguito quasi mai! Chissenefrega se scompaiono i pochi esempi di cultura vicina al nostro tempo! Chissenefrega se il Museo MADRE fallisce!

C'è chi pensa ancora che questa gente - che è il 99% - possa essere educata, resa consapevole. Che possa essere Popolo e non massa. Pia illusione. Perché la verità è un'altra. E voglio avere il coraggio di dirla, con la consapevolezza di fare il contrario del giornalismo. Il popolo puzza di escrementi. Escrementi morti, escrementi di corpi morti purtrescenti...

Non c'è nessun ottimismo possibile. L'unico ottimismo è nel prendere atto della realtà e capire che un elitismo illuminato, colto e responsabile è l'unica soluzione.

In fondo, quello del Presidente Napolitano, in quella circostanza ben nota, è stato appunto... un élitismo illuminato, colto e responsabile. L'idea rivoluzionaria (e post-demagogica) è che sarebbe meglio se si trattasse non di una parentesi, ma di un inizio.


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