La fine di un’epoca
par Mario Barbato
giovedì 15 giugno 2023
Silvio Berlusconi è stato il personaggio più noto e discusso della Seconda Repubblica. In tutti questi anni, è riuscito a monopolizzare la scena pubblica, dividendo gli italiani e fungendo da ago della bilancia della politica. Un mondo che lo ha visto quatto volte presidente del Consiglio, grazie a un partito fondato con la forza del suo impero mediatico.
La sua dipartita chiude un pezzo della storia del nostro Paese. Non una delle migliori. L'imprenditore di successo, il palazzinaro di Milano2 e Milano3, il fondatore della televisione commerciale italiana è riuscito a inserirsi nel vuoto lasciato dai partiti di massa che si erano sgretolati sotto i colpi di Tangentopoli, creando un soggetto politico in cui la sua figura era centrale in tutte le decisioni politiche, tanto da aver creato in Parlamento non degli alleati, ma dei sudditi che appoggiavano ogni sua battaglia, pubblica o privata che fosse.
L'intera vicenda di Berlusconi è stata segnata da tre elementi chiave. Il conflitto di interessi tra la sua attività politica e il suo impero economico, che non ha mai veramente abbandonato, semmai ha cercato di favorito con leggi su misura. La lotta contro i magistrati che lo hanno sommerso di procedimenti penali a causa del suo passato di imprenditore segnato da molte zone d'ombre e da numerosi scheletri nell'armadio. Lo scandalo delle olgettine che frequentavano la Villa di Arcore e che hanno macchiato la sua immagine anche all'estero.
La figura di Berlusconi è stata associata spesso a personaggi legati alla mafia, accusa che lui ha sempre respinto, definendole menzogne. Restano però comprovati i suoi collegamenti con i mafiosi, da Vittorio Mangano a Marcello Dell'Utri, passando per la sentenza della Cassazione che ha certificato come Berlusconi fosse in combutta con Cosa Nostra e investisse nelle sue aziende soldi di dubbia provenienza. L'ex Cavaliere è stato particolarmente inviso quando ha cercato di aggirare le vicende giudiziarie attraverso le cosiddette leggi "ad personam".
Il suo declino politico è iniziato nel 2011, quando fu esautorato dal governo per essere sostituito con Mario Monti, a causa delle mancate riforme volute da Bruxelles. Condannato per frode fiscale, Berlusconi è andato incontro a un lento declino, riuscendo comunque a salvare il suo partito dai mutamenti politici avvenuti. Un partito che adesso, con la sua morte, rischia di dissolversi sotto i colpi di quanti, fino a ieri, vedevano in lui il loro unico punto di riferimento.