La fine del Governo di Silvio Berlusconi: siamo sicuri che le origini siano recenti?
par Mario Salvo Pennisi
giovedì 10 novembre 2011
A volte, nella vita, sembra che stia filando tutto per il verso giusto, sembra che il peggio non debba mai accadere, ci si sente così forti e potenti da non temere niente e nessuno, perché le cose, appunto, stanno filando tutte nella direzione che ci fa più comodo, sembra che il destino sia dalla nostra parte, in tutte le sfaccettature dell’esistenza, e ci pare che quel destino debba sempre continuare così, come noi vogliamo che sia, senza eventi negativi, senza che nulla lasci presagire il fatto che il destino possa cambiare rotta, da un momento all’altro.
E non ci importa di pensare se quel che stiamo facendo in quei momenti sia magari sbagliato dal punto di vista morale, l’importante è che tutto proceda bene per noi. Poi, all’improvviso, si verifica un segnale storto, qualcosa della quale magari nemmeno ci accorgiamo, perché è un segnale così insignificante da non prestarci neanche troppa attenzione. “Passerà…”, avremmo detto in una circostanza come questa, “non è successo niente…”. E invece no. Perché? Perché poi, guarda caso, si verificano altri eventi negativi, sempre sulla nostra pelle e, magari, a beneficio di altri. E poi ancora altri fatti negativi, come se, ad esempio, fossimo incappati in una sorta di “maledizione” che non sembra avere mai fine, negatività che cavalcano altre negatività, in tutti gli aspetti della nostra vita, come in un incubo, un incubo terribile, che non vorremmo mai fare.
Ho fatto questa premessa per giungere all’argomento del quale voglio parlare: la fine del Governo targato Silvio Berlusconi e le conseguenze che seguiranno dopo questo evento. Al momento che scrivo, sono ore di grande fibrillazione, ore in cui si rimugina il passato, in cui si rievocano gli errori commessi, le scelte sbagliate, i progetti che non si sono realizzati, le tante cose “rimaste nel cassetto” che si sarebbero dovute fare. Sono ore di colloqui serrati nelle fila dell’ormai ex maggioranza, ma anche tra i membri della “traballante” ex opposizione, se così possiamo chiamare il Partito Democratico e le altre forze unite ad esso, a parte il Terzo Polo. In molti, ormai, moltissimi, pensano che il Premier Silvio Berlusconi abbia compiuto scelte errate in tutto e per tutto, il Paese si è reso conto delle grandi difficoltà del Popolo delle Libertà e della Lega Nord, “strutture portanti” dell’ex maggioranza. Molti, forse anche troppi, pensano di conoscere l’origine dei mali che hanno devastato l’Italia; alcuni ritengono che Berlusconi sia finito politicamente anche a causa dell’abbandono di Gianfranco Fini e di Pier Ferdinando Casini, che costituivano l’ “ossatura” di una grande alleanza filo – liberale nel centrodestra italiano. Sì, può darsi sia pure vero che sia successo questo sfaldamento nella maggioranza, però io farei un’analisi più accurata riguardo la “maledizione” che ha colpito l’Italia. Io partirei da lontano, da molto lontano nel tempo. Esattamente da Milano. Milano, 17 febbraio 1992: sembrava una giornata come tutte le altre, una giornata iniziata come l’inizio di questo articolo, tutto era tranquillo nel panorama politico italiano. Tutto andava bene. Fino a quando, proprio quel giorno, arrivò uno strano segnale. Un dirigente d’azienda collocato negli ambienti politici dell’allora Partito Socialista Italiano, un tale Mario Chiesa, Presidente del Pio Albergo Trivulzio, un ritrovo per gli orfani, fu colto in flagranza di reato mentre intascava una tangente di alcuni milioni di lire da un impresario di pulizie che voleva a tutti i costi vincere una gara d’appalto per coordinare i lavori di pulizia nel noto ritrovo per i “senza famiglia” presieduto da Chiesa.
Come tutti sapete, quello fu l’inizio della cosiddetta “Tangentopoli”, nota anche come inchiesta “Mani Pulite”, una sorta di uragano che si abbattè sui vertici politico – economici di quegli anni che andarono dal 1992 al 1994, e che devastò totalmente la classe politico - economica italiana quasi nella sua interezza, se si fa eccezione per l’ala relegata alla sinistra più estrema. È inutile negare che i guai di cui il nostro Paese porta ancora oggi le conseguenze, iniziarono proprio in quel contesto. Non si capì più niente: tracolli nel mondo dell’economia e della finanza, una stampa che se ne approfittò ampiamente diventando “forcaiola” come non lo era mai stata, il crollo inevitabile di partiti (DC e PSI) che avevano fatto, seppur anche con gravi colpe, comunque la storia della Prima Repubblica. La gente assunse, fin da quel momento, un atteggiamento “malizioso” e diffidente verso le classi politiche italiane. È chiaro che tutto questo ce lo portiamo ancora oggi sul “groppone”, come una maledizione infinita, appunto. Ed è evidente che coloro che “tiravano le monetine” a Bettino Craxi stavano sicuramente meglio allora, cioè fino al ’92, piuttosto che adesso, con un Silvio Berlusconi messo a tappeto e con un’Italia irrecuperabile nei conti pubblici, soprattutto.
Adesso si sussurra che Berlusconi voglia passare la palla ad Angelino Alfano (nella foto). Sinceramente, ma è solo la mia opinione, non credo che Alfano possa costituire il futuro per il centrodestra, a mio avviso. Mi sembra non abbia nemmeno il carisma e la resistenza dello stesso Berlusconi, sul piano politico, mi pare abbia un temperamento troppo “provinciale”. E poi, nel PDL, non tutti sono amici di Alfano. Vedremo. In ogni caso, è inutile piangere sul latte versato. Buona fortuna all’Italia, comunque vada.