La falsa crisi economica nell’Italia fondata sul risparmio...

par Emilia Urso Anfuso
martedì 2 ottobre 2012

"Signora scusi ci dica: quanto prende di pensione” recita l’intervistatrice del Tg. “500 euro”, “E quanto paga di affitto”? “450. E Più ci devo aggiungere le bollette, il condominio, la spesa”, “Ed i suoi figli, i nipoti lavorano?" “Macché. Tutti disoccupati. Mi tocca dargli una mano. Ma che vuole? Io prendo 500 euro di pensione. Con l’affitto e tutto il resto, come faccio. Sono disperata”…

Allora… Allora… La signora in questione – quante di queste “interviste” avete avuto modo di vedere nei TG nazionali? – prenderebbe una misera pensione di 500 euro al mese. Meno 400 di affitto, restano 100 euro. Meno la spesa, le bollette, il condomionio, va a meno, almeno 450. Inoltre, deve dare un amano ai figli e nipoti disoccupati…

La vera domanda da fare, che nessun collega di nessun TG proferisce mai è: “Signora: quanti risparmi ha da parte”?

Scena muta, nessuna risposta. Ma tanto, nessun collega di TG farà mai una domanda del genere, perché sarebbe contraria alla propaganda di Stato. Che deve farci percepire questo insensato senso di “crisi” di cui nessuno conosce le fattezze, le reazioni, la realtà.

Riflettiamo: se l’Italiano medio stesse davvero alla fame, avremmo la guerra civile. Come sta accadendo in alcune nazioni in cui davvero si è tolto il pane ed il sonno alla popolazione. Grecia – ad esempio – docet.

Da noi si tiene un comportamento diciamo… moderatamente critico.

Fate un giro panoramico in un giorno qualunque in un qualche CAF. Troverete sempre una folta fila di anziani che chiacchierano mentre attendono il proprio turno. “Quanto hai pagato tu di acconto IMU”? “9.000 euro… Non se ne può più co' tutte 'ste tasse”, “A chi lo dici… Io ne ho pagati 12.000. Qui non c’è più un centesimo per mangiare”… Discorsi uditi con le mie orecchie in diversi CAF.

Chi sono costoro?


Da dove vengono, cosa fanno. Cosa hanno fatto. Di cosa si stanno lamentando?

Sono gli Italiani. Quelli cin la I maiuscola. Quelli che tengono in piedi la nazione. Che hanno più libretti di risparmio, una o due – se non tre – palazzine di proprietà “Fatte col sudore della fronte” affittate spesso a nero. Quelli che sì, prendono 500 euro di pensione, ma occultano veri patrimoni. Li cacciano fuori a rate, magari per far comprare l’iPhone 5 al povero figlio o nipote tanto disgraziato perché è precario o perché è disoccupato. Poverino.

Sono costoro che fanno sì che in Italia ad oggi, non vi sia alcuna vera esternazione di rabbia popolare. Perché il pane c’è, eccome. E pure la fettina di carne buona: “Che devi mangiare a mamma, se no ti sciupi”…

Sono gli stessi che appunto, intervistati, propongono una immagine distorta del Paese. Che non sanno fare bene di conto, perché sanno che l’intervistatrice non chiederà mai loro l’importo dei risparmi. Quelli stanno belli al sicuro. Pure sotto la mattonella.

Pensano poi, che lo Stato queste cose non le sappia. Convinti di aver gabbato lo Santo. Ma lo santo non si gabba, e taglia a destra e manca e fa arricchire i propri componenti, che tanto siamo una nazione di gente che si fa tutta gli affari propri. In silenzio. In contrasto con qualsiasi concetto di appartenenza leale ad una Comunità.

In fila, nei CAF, queste persone – tanti milioni – cecano anche di ottenere agevolazioni che a stento i commercialisti spiegano loro che non potranno mai avere. “Signora no: non può avere l’agevolazione sull’energia elettrica. Il suo CUD è troppo alto”… “Ma come alto? Prendo solo 500 euro di pensione”… E si ricomincia.

L’Italia, tranquilli tutti, non avrà sommosse né guerriglie urbane. Perché tutti più o meno, abbiamo riserve economiche cui accedere. Non ci siamo indebitati più di tanto rispetto ad altre nazioni. Abbiamo tenuto duro noi ed i cordoni delle borse ben stretti e ben occultati, che mica siamo scemi…

Vallo a spiegare a questi italiani, che è anche per questo loro essere “oculati e saggi” dimenticando che non si occulta nulla allo Santo, che lo Stato taglia a mano ferma disintegrando il welfare. Perché lo sa, meglio di chiunque altro, che l’Italia è stata, è e continua ad essere, una nazione fondata sul risparmio. Occulto. Credono loro…

“Signora, è uscito l’iPhone5. Che fa, lo compra a suo nipote disoccupato”?

“Eh poveretto, è tanto depresso…Un regaletto ogni tanto nonna glielo deve pure fare… Magari trovasse lavoro. In questa nazione rubano tutti e noi siamo costretti a tirare a campare”.

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