La facile indignazione contro Schettino. Ovvero: la tragedia del mare il giorno dopo

par luciano corso
mercoledì 18 gennaio 2012

Sottotitolo: la telefonata tra i 2 comandanti

Tipicamente italiano: dopo essersi entusiasmati al famoso “Yes we can” di Obama, che non voleva dire niente e che tutto sommato non ha portato molta fortuna, adesso i nostri connazionali si sono rapidamente innamorati della frase presa nel contesto di una telefonata drammatica pronunciata dall’addetto alla Capitaneria di Porto di Livorno: “Vada a bordo, cazzo!”. 

Addirittura stampata sulle T-shirt, senza magari riflettere su quanto fosse adatta e appropriata al contesto in cui si colloca. E’ il comandante De Falco a urlare l’ordine perentorio al comandante della Costa Concordia, al caldo del suo ufficio e davanti magari a una tazza di caffè bollente; risentito a freddo da più l’impressione di voler imporre l’estremo sacrificio al comandante Schettino chiedendogli di risalire a tutti i costi sulla nave piuttosto che quello di salvare le vite dei naufraghi.

Schettino – del quale non si vuole minimamente prendere le difese, e che dovrà rispondere delle sue pesanti responsabilità davanti alla giustizia, sembrava chiaramente in stato confusionale, insistere per farlo risalire a bordo (da dove? Essendo l’unica famosa “biscaggina” intasata di passeggeri che si affannavano a scendere) suona più come una mossa punitiva per lui che un’azione suscettibile di portare beneficio alla gente: l’invito “vai a morire anche tu”, insomma, ma non risulta che la capitaneria di porto sia delegata a comminare condanne, ci sarà un processo e che ha sbagliato pagherà (si spera). Forse era meglio inviare qualcun altro, magari più esperto di protezione civile, o magari andarci lui stesso, portato da un elicottero, dato che sembra così sicuro del fatto suo.

Invece quell’arroganza urlata a pieni polmoni, quell’ordine perentorio “le ordino… adesso comando io… sto registrando la telefonata…ecc.” suonano più come una ricerca di gloria a buon mercato, uno sparare sulla Croce Rossa, dato che in quel momento il comandante della Concordia Costa era in balia di una tragedia (da lui stesso provocata) di cui si incominciava a intuire le drammatiche proporzioni. Un infierire su chi è alle corde, insomma, e non è mai un bell’esercizio.

Ora il comandante De Falco si gode la sua popolarità non so quanto cercata, ma può darsi che a mente fredda qualcuno cominci a considerare la possibilità che in quel momento far risalire quel comandante sulla nave a tutti i costi non era la cosa più urgente e più importante da fare.


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