La dodicesima notte . . . o quel che vi pare!
par settemagazine
martedì 17 febbraio 2009
Debutta al Ghione uno dei testi più complessi della produzione shakespeariana con la regia di Nicasio Anzelmo.
Come nelle migliori favole - anche qui - tutto inizia con l’allontanamento dei due protagonisti, Viola e Cesareo, gemelli alla nascita. Una tempesta sconvolge le loro vite e lascia credere a Viola che suo fratello sia morto annegato. Così lei, rinunciando alla sua identità, si traveste da uomo per servire il Duca Orsino del quale è follemente innamorata. Ma il Duca ama Olivia. E la storia si complica.
Viola/Cesareo viene mandata più volte da Olivia ad annunciargli l’ardente passione del suo Signore, Orsino. E così Olivia si innamora di Cesareo, credendolo un uomo, ignara del fatto che dietro le sue sembianze si nasconde Viola. Ma qualcosa accade anche "a livelli più bassi". Malvolio, maggiordomo di Olivia, pieno di sé e del suo incarico, viene fatto diventare vittima di un crudele gioco, del quale sono complici anche Sir Tobia e Fabian, e non per ultima Maria che ben sa imitare la scrittura della sua padrona Olivia.
Così Malvolio, trovando una lettera, si convince che la sua signora Olivia sia innamorata di lui. E viene ritenuto pazzo e imprigionato per le sue calze gialle con le giarrettiere incrociate e per l’eterno sorriso che compare sul suo volto, complice Feste che si finge padre confessore che lo vuole esorcizzare.
Ottima la regia di Nicasio Anzelmo che, con una scenografia assolutamente minimale, mette in scena le passioni di questi personaggi. La commedia si muove sulle note delle Milongas, strazianti melodie che fanno da sottofondo ad amori travolgenti. Bellissime anche le canzoni originali di Feste che con il suo grammofono bianco ammonisce ed intrattiene allo stesso tempo.
S. Toscano