La disoccupazione cresce, tra rassegnazione e cinismo

par LucidaMente
giovedì 13 settembre 2012

 

La finanza creativa ha messo in ginocchio interi stati. In Italia la situazione del lavoro peggiora di giorno in giorno, nella sostanziale indifferenza del governo

In Italia la disoccupazione è vicina all’11%. Il 35% di giovani è alla ricerca della prima occupazione. Si dirà: non avviene solo da noi, un tale disastro. Ebbene, questa facile osservazione testimonia il fallimento totale dei governi occidentali, in termini di politica economica e produttiva (si salvano pochi paesi, la Germania ad esempio, perché meno fragili). Il mal comune, nel caso, non è per niente una consolazione.

Mancando sempre più di risorse adeguate, i governi sono chiamati a tappare buchi e niente più. Se non si capisce cosa sia accaduto negli ultimi vent’anni, è impossibile trovare soluzioni decenti e dignitose per affrontare la crisi. L’Italia è messa malissimo, perché la classe politica che si è formata nella Seconda Repubblica è composta da un gran numero di incompetenti: essi sono stati costretti a dare in mano il le redini dela nazione a dei tecnici che, a loro volta, non sembrano brillare troppo per sagacia (un caso di contaminazione?).

Obiettivamente, siamo di fronte a un disastro da Titanic e non sappiamo neanche slegare le corde per liberare le scialuppe di salvataggio. Per la verità, c’è qualcosa di più grave: chi dovrebbe porre mano per primo e per competenza, alle scialuppe non ci pensa neppure, credendo, chissà, di potersi arrangiare in un altro modo, vale a dire con la solita vessazione della gente comune. Come dire: «È finito il carnevale, e pazienza se non vi siete molto divertiti. Ora, però, comincia la quaresima!». “Stringere la cinghia” pare il motto oggi più alla moda, solo che stringere troppo, può fermare il sistema e non farlo ripartire più. Se non si trova il modo di rimettere in moto l’occupazione, la decadenza è inevitabile e il caos alle porte. Non basta, ovviamente, il lavoro cosiddetto creativo: è di nicchia e fa il solletico al problema occupazionale!

Senza forze fresche, senza energie giovani, il Belpaese ha di fronte a sé una deriva, un grigiore, una stagnazione indecorosa, che sarebbero un vantaggio per quelle forze politiche conservatrici e amanti dei privilegi, della vanagloria, del clientelismo, del familismo: tutte “virtù” ben noteda noi, ma facilmente peggiorabili, se si continua così. Lasciare che le cose vadano per conto proprio, tanto prima o poi si sistemeranno da sole, è un esercizio abusato e usurato che umilia la ragione e la moralità, che ridicolizza l’idea di emancipazione dai retaggi del passato.

L’immagine: manifestazione sindacale a Reggio Calabria.

Dario Lodi


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