La deriva di Grillo: anarchico, anacronista ed un po’ razzista

par Voltaire
venerdì 27 gennaio 2012

Beppe Grillo da fustigatore dei vizi del sistema italiano con un ampio seguito mediatico, sta diventando una voce folkloristica della vita pubblica italiana, che si distingue solamente per il suo rancore contro tutto e tutti ma con scarse possibilità di incidere veramente.

Se agli albori il movimento di Grillo funzionava da denuncia contro le malefatte e gli eccessi della politica “tradizionale” ed incuteva un certo rispetto in quanto possibile catalizzatore di consensi, adesso il suo linguaggio sembra perdere forza. Risucchiato anche esso nel gioco delle parti della vita pubblica italiana. Il suo messaggio infatti da negativo non riesce ad acquistare una valenza positiva e costruttiva.

L’antipolitica che vorrebbe sempre meno celatamente diventare politica, non riesce a scrollarsi di dosso quel prefisso “anti”, che l’ha caratterizzata sin dai suoi albori. Leggendo gli ultimi post del comico genovese si percepisce un pessimismo cosmico e violento, che pur possedendo ancora un certo grado di invettiva sembra lontano dal poter acquistare il valore di un programma politico, capace di dare una prospettiva credibile al suo pensiero.

La forza di un comico è nel saper smascherare la realtà: cogliere il lato oscuro del potere, denunciarne gli eccessi, metterne alla berlina i difetti ma dovrebbe anche saper sdrammatizzare il tutto, cercare un appiglio che indichi la via per ripartire. Non dovrebbe rallegrarsi della continua tragedia in cui viviamo. Sin dagli albori la commedia accompagna il dramma e viceversa. Non è possibile che tutto lo Stato sia marcio, che tutti siano corrotti, che siamo tutti in mano alle banche, che la finanza ed il fisco ci vogliano morti.

O meglio forse ciò è anche probabile. Ma è altrettanto vero che questo modello di sviluppo è quello che ci ha retto per quasi 70 anni. C’è qualcuno che ha uno schema di crescita alternativo e soprattutto la forza di imporlo? Attualmente no. Nemmeno dalle parti del blog di Grillo sanno come uscirne fuori.

Attualmente analizzando l’evoluzione del suo pensiero, Grillo appare disorientato. Ha messo su una macchina che non sa dove condurre. Si scaglia contro il governo Monti in quanto non sarebbe stato eletto democraticamente, come prima faceva contro Berlusconi anche se il suo esecutivo godeva di una maggioranza regolarmente “nominata”, e come accadrà comunque nel 2013 qualsiasi esecutivo ci guiderà.

La furia di Grillo travolge qualsiasi istituzione. Presidenza della Repubblica, partiti, Parlamento sarebbero tutti complici del fallimento italiano. A forza di picconare senza fare distinzioni però potrebbe crollare tutto, lasciandoci sprovvisti dell’unico regime che bene o male funziona, essendoci voluti 2000 anni per raggiungerlo: la Democrazia rappresentativa.

Non sono ancora maturi i tempi in cui un post possa diventare automaticamente legge dello stato mentre i commenti i suoi emendamenti. Oltre ad essere contro ogni forma di Stato che non riconosca la valenza delle sue idee, Grillo si fa portavoce di proposte anacronistiche che hanno l’unico scopo di soffocare qualsiasi idea di sviluppo.

Contro le liberalizzazioni, contro la TAV, contro l’Europa la foga della antipolitica non guarda in faccia a nessuno. Si sono fatti carico delle più sterili istanze ambientaliste, socialiste e sindacali. Le hanno conferito sembianze di proposte e si lanciano continuamente messaggi validi solo ad esaltare le folle ed ad esacerbare gli animi.

Quali sono le proposte del movimento 5 stelle in materia di riforma del lavoro e delle professioni? Quali sono le proposte di Grillo per tentare di sanare quel gap enorme di crescita che esiste tra l’Italia ed il resto dei paesi europei? Quali sono le proposte per ridurre la disoccupazione giovanile? E’ possibile che tutto si riduca a sonori e pirotecnici no accompagnati da sberleffi ed insulti senza la minima voglia di analizzare nella sua interezza i problemi che la modernità ci impone?

E’ possibile che tutti quelli che cercano di invertire la rotta vengano tacciati come ladri o incapaci, mentre coloro che dovrebbero sostituire i politici attuali si fanno portatori di ricette di un’inconsistenza disarmante? Il Grillo incapace di amministrare la notorietà politica che gli hanno generato le sue invettive è passato ad assumere posizioni discutibili anche in tema di immigrazione.

Sulla questione dello ius soli e della cittadinanza agli immigrati di seconda generazione, il comico genovese ha scritto sul suo blog che si tratta di un argomento sollevato ad arte per dividere gli italiani, affinché i politici non si occupino dei problemi reali del paese. Anche in questa questione il pensiero dell’antipolitica appare il più grande sponsor del mantenimento dello status quo.

Invece di tentare delle soluzioni nuove per risolvere le problematiche connesse all’immigrazione, che in altri paese hanno funzionato, Beppe Grillo preferisce mettere la testa sotto la sabbia accostandosi a posizioni più degne del partito di Bossi. Per l’ennesima volta si delega ai partiti tradizionali, la soluzione di problemi attuali a cui l’antipolitica non sa dare risposte.

Il Grillo in versione padana almeno ci poteva essere risparmiato. Chissà cosa accadrà quando il movimento 5 stelle approderà in Parlamento. Forse cambierà qualcosa. Molto probabilmente verranno fagocitati dallo stesso sistema che dicono di combattere. A loro l’onere della cotroprova.


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