La depressione? Non esiste

par Iaia Leone
giovedì 18 aprile 2013

Su Facebook sono nate pagine in cui psichiatri e psichiatria sono addittati come il male moderno, rei di lucrare sulla somministrazione di psicofarmaci inutili, quando non addirittura dannosi. E c'è chi sostiene che per curare la depressione basti seguire una dieta equilibrata. Ma stanno davvero così le cose?

Facebook spopola di pagine assurde, che possono spaziare dalla fede al cibo, dallo sport al porno, dalla passione per lo shopping a quella per il bricolage. Com'è naturale che sia, sono nate anche diverse pagine dedicate a salute e benessere: di queste, molte parlano di psichiatria e non è raro che si trasformino, più o meno volontariamente, in catalizzatori di commenti sprezzanti e giudizi miopi, lasciati da utenti sicuri che questa branca della medicina sia una vera e propria truffa. Il problema è che si tratta di pagine che godono di una certa visibilità, in cui vengono postati articoli, spacciati per "la vera informazione" o per "informazione senza filtri", in cui si spiega come le malattie psichiatriche siano un'invenzione di chi vuole guadagnare con la somministrazione di psicofarmaci.

Le teorie su complotti, ormai si sa - e lo si sa soprattutto grazie alla risonanza data dai Grillini a questo genere di cultura underground -, sono delle più disparate: si va dalle scie chimiche agli extraterrestri tra noi, rapiti azzittiti e nascosti. In campo medico, poi, si assiste a un vero e proprio dispiegamento della forza dell'immaginazione: basti pensare a tutto quello che è stato e viene ancora detto sui vaccini, o addirittura sul virus dell'Aids.

Tutte le questioni che ruotano attorno alla mente e alla malattia mentale sono di particolare interesse, perché toccano corde verso cui tutti siamo, più o meno ragionevolmente, abbastanza sensibili: probabile che il motivo stia nel fatto che con la nostra mente noi ci identifichiamo, prima ancora che con il nostro corpo (e prima ancora di renderci conto che la mente altro non è che una parte del nostro corpo), che siamo ben consapevoli dell'importanza che riveste nel nostro quotidiano, dal lavoro alle relazioni, e che quando parliamo di mente parliamo, in fin dei conti, di natura umana -per alcuni, addirittura di anima.

Dunque già solo per questi ragioni, è facile realizzare che i complotti teorizzati attorno alle patologie psichiche e alle relative cure abbiano un forte appeal, certo più dello sbarco alieno, che tutto sommato basta ci lascino stare e poi che ce ne importa.

Ma c'è di più: chi inneggia a una psichiatria pericolosa e a psichiatri pericolosi, lo fa chiamando in causa degli aspetti che sono stati o sono ancora effettivamente problematici e discutibili, come per esempio le pratiche barbare utilizzate un tempo nei manicomi, l'utilizzo dell'elettro-shock, la somministrazione di psicofarmaci a bambini, la necessità o meno di accompagnare l'assunzione di un farmaco con un percorso di analisi e così via.

Ma il modo - sì, il problema è sempre e soltanto quello, il modo, il metodo, l'atteggiamento, il procedere razionale, la disposizione dialettica e la capacità di ragionamento logico - è del tutto fuorviante. Non solo: alcune dichiarazioni, se lette da persone che davvero hanno a che fare con la malattia mentale, risultano veramente fastidiose, offensive e imbarazzanti, oltre ad essere vuote di contenuti, di evidenze a sostegno di quanto "teorizzato" o di una qualsiasi impalcatura poggiante su basi scientifiche.

Ecco solo alcuni esempi, tratti dalla pagina No alla psichiatria, no agli psicofarmaci, che conta 6.422 likes:

"Gli psichiatri fanno molto male a somministrare quelle schifose droghe chimiche piene di effetti collaterali" commento di un utente.

"Gli psichiatri uccidono con i loro veleni credono o inventano che le malattie psicologiche derivano dalla mancanza di serotonina nel cervello maledetti cani" commento di un utente.

"Morgan ricoverato per abuso di farmaci. Scommettiamo che si tratta di psicofarmaci? D'altronde nel 2010 disse 'Uso la cocaina come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina'" post dell'amministratore.

"Forse non sai che la maggior parte dei cosiddetti fuori di testa, sono così non x causa della presunta malattia, ma è l'effetto dei farmaci che li rende così. Tu non hai idea di cosa queste sostanze possono fare sull'essere umano e come possono trasformarlo. Sta scritto anche sui bugiardini stessi, se non credi a noi. Leggili." commento dell'amministratore. 

Purtroppo, non si può neanche dire che si tratta di un ridicolo e piccolo gruppo di esaltati, a cui nessuno dà ascolto, se qualche tempo fa Ambra Angiolini dichiarava al settimanale Sette di aver curato la depressione con una dieta sana e equilibrata, non con gli psicofarmaci come era stata costretta a fare sua madre. In Italia non esiste una cultura, al di fuori dei circuiti specializzati, su come funzioni il nostro cervello, su cosa siano i neuroni, le sinapsi o su quali meccanismi biologici stiano alla base delle nostre emozioni.

Esiste invece un atteggiamento - forse un retaggio cattolico, oserei dire - secondo il quale ciò che noi proviamo è sempre e soltanto sotto il nostro controllo, è qualcosa di spirituale, di sacro e immacolato, che non si tocca, nemmeno per curarlo. Eppure sono così chiare le parole di uno scienziato come Edoardo Boncinelli, che basta una sola, rapida lettura per comprendere che la malattia mentale esiste, come esistono il mal di stomaco e l'uveite, che è profondamente invalidante e che per fortuna può e deve essere curata, in modo appropriato e adeguato (discutiamo ad libitum su cosa sia appropriato o adeguato, ma non certo nei termini proposti dai nostri paladini di cui sopra):

"Di paura allo stato puro si può parlare per certi disturbi psichici, gravi e meno gravi. In questi casi vien meno la natura intenzionale della paura, che è appunto quella di paura di qualcosa, e si toccano dolorosamente le radici biologiche della paura stessa. Così come in certe forme depressive non si può parlare di disperazione per qualcosa ma di disperazione allo stato puro, di disperazione come condizione essenziale, una condizione alla quale corrispondono un vissuto e uno stato d'animo così totalizzanti e devastanti da portare chi li prova a contemplare l'idea della morte come una prospettiva liberatoria.

Non c'è niente di più disperante della disperazione che di nutre di se stessa, come non c'è niente di più terrificante di una paura senza oggetto. Paura e disperazione sono i neri demoni della malattia mentale. La condizione di chi ne soffre può essere compresa solo se si tiene conto del fatto che questi individui si trovano in contatto con le radici stesse di quelle sensazioni. Stanno sperimentando cioè la funesta potenza delle strutture biologiche e mentali che hanno introdotto la paura e la disperazione in un un mondo che ne ignorava e tutt'ora per lo più ne ignora l'esistenza." (Da Il cervello, la mente e l'anima, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1999).

Forse varrebbe davvero la pena di prendere coscienza di cosa stiamo parlando quando parliamo di cervello, di mente e di malattia psichica e capire che se Ambra si è curata con due foglie di insalata e una barretta di cioccolato, beh, è probabile non si trattasse esattamente di depressione.


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