La decadenza della politica italiana: prospettive incerte per il 2011

par Fabrizio Vinci
martedì 21 dicembre 2010

La politica italiana chiude il 2010 nel modo peggiore possibile. Dallo spettacolo indegno della compravendita di parlamentari (500.000 euro cadauno, questa era la cifra che circolava) alla rissa per regolamento di conti interni ai partiti. Eccolo l'esempio che i nostri politici hanno concesso al popolo italiano. Questo non giustifica in alcun modo gli scontri avvenuti a Roma durante il B-day, ma rende l'idea che il termometro sociale ha superato i livelli di guardia.

Il disgusto e la quasi completa perdita di fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti, in particolare del Capo, rischia di ricreare un ambiente molto simile agli anni settanta. La paura che qualche banda armata tipo Brigate Rosse, approfitti della "confusione" in atto, non giustifica le esternazioni repressive del ministro Gasparri che parla di arresti preventivi, viceversa dovrebbe generare una volontà di revisione della politica che si concretizzi nella "credibilità".

Le prospettive per il 2011 non sono incoraggianti: ingovernabilità, nessuna convergenza per la riforma elettorale, ed elezioni a fine Marzo, a meno che il crocerossino Pierferdy e l'Udc non decidano di prolungare lo stato vegetativo dell'attuale governo, attraverso prestiti di parlamentari o scelte motivate dal così detto "interesse nazionale".


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