La debolezza di Renzi

par antonio cianci 251039
giovedì 4 settembre 2014

 
 
Preoccupati solo di non perdere i propri privilegi, i politici nostrani non sanno però che pesci prendere nella risoluzione dei problemi del Paese. Sono letteralmente frastornati dal numero, la complessità e gravità degli stessi, tanto che sono andati in confusione e si trastullano con annunci e proposte di provvedimenti vecchi di 40 anni, ma che non si affrontano mai, per il malvezzo tutto italiano di non voler scontentare nessuno, di voler mettere tutti d'accordo.
 
Come si fa a non sorridere o a non arrabbiarsi, secondo i gusti, di fronte alla proposta di voler eliminare i supplenti nella Scuola, sistemando e stabilizzando i precari. Le nascite si sono ridotte, gli alunni mancano, le classi pure, si accorpano le scuole, si sopprimono segreterie e presidenze, ma si promette di assumere personale senza posti disponibili e senza mezzi. Una spending review al rovescio. Fantastico!
 
Dopo due giorni si fa marcia indietro e si parla non più di sistemazione di precari, ma di un nuovo sistema educativo, basato sul merito. Ammirevole confusione! Ma se in questo Paese in tutti gli ambiti il merito ha sempre ceduto il passo al criterio dell'anzianità e dell'appartenenza, di che si parla? Chiacchiere vecchie e resistenti a qualsiasi tentativo di cambiamento.
 
Bisogna cambiare la Costituzione, abolire il bicameralismo perfetto, cioè il Senato cambiandone i compiti. Solenne proposito! Invocato ad intervalli regolari da diversi lustri, la riforma della Costituzione si riduce ad una discussione puntigliosa e dfaticosa sull'elettività diretta o meno della nuova assemblea e sulla necessità di conservare ai membri della stessa l'immunità parlamentare. Ovvero sugli argomenti riguardanti gl'interessi e il posto dei componenti della nuova assemblea! 
 
Si fa una riforma della Costituzione dopo settant'anni dall'entrata in vigore della stessa e non si spende una sola parola sulla necessità di abolire le ragioni a statuto speciale o attuare, per esempio, gli articoli che riguardano partiti politici e sindacati e la disciplina delle loro funzioni.
 
Che forza può dimostrare un governo, o i governi che dal 2011 hanno accumulato oltre 500 decreti attuativi di altrettanti provvedimenti adottati, senza prendere provvedimenti nei confronti dei burocrati che oppongono resistenza, inefficienza ed inadeguatezza allo svolgimento dei propri compiti.
Giacciono in Parlamento disegni di legge, riguardanti i più diversi ambiti, dalla famiglia, all'arretratezza digitale, dalla sistemazione del territorio ai beni culturali, che mai saranno dissotterrati.
 
La situazione economico-finanziaria peggiora, la disoccupazione ed il debito aumentano, ma la riforma urgentissima del mercato del lavoro segna il passo. Il premier Renzi si affanna a rassicurarci con i suoi Twitter sempre più sfiatati noiosi e stanchi. La sua azione politica perde colpi e siamo passati da un orizzonte di tre mesi ad uno di trenta.
 
In realtà questa politica, che deve cercare soluzioni per due emergenze, il risanamento dei conti pubblici ed il rilancio della competitività delle imprese allo scopo di creare nuova occupazione, potrebbe essere l'oggetto di una grande coalizione capace di alleare la destra e la sinistra per la salvezza del Paese.
 
Ma dopo le esperienze dei governi passati, anche di quelle dei governi Prodi, c'è poco da stare allegri.
Che Dio ci assista!
 
Foto: Palazzo Chigi, Flickr

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