La crisi si approfondisce: ora tocca all’Europa

par Rocco Pellegrini
venerdì 3 ottobre 2008

Il voto del Senato americano di ieri sera non è bastato a calmare i mercati.
Ormai si pensa che la Camera approverà ma non basta.
Gli Stati Uniti da soli non sono in grado di fronteggiare una crisi di questa portata.

Il voto del Senato americano di ieri sera non è bastato a calmare i mercati.
Ormai si pensa che la Camera approverà ma non basta.

Gli Stati Uniti da soli non sono in grado di fronteggiare una crisi di questa portata.
Certo la mossa che hanno fatto contribuisce non poco a evitare drammatizzazioni, ma l’indicazione che viene dalle borse di tutto il mondo ed in particolare da Wall Street è che l’enorme massa monetaria resa disponibile per evitare un crollo drammatico sembra insufficente a coprire lo schifo che si annida nei bilanci occulti di tante banche e tante imprese sparse per tutto il globo.

Osservado gli indici americani ed il comportamento delle principali imprese quattro cose sembrano impprtanti.

1)° Il dollaro si rafforza sull’euro. Sembra quasi che il mercato dica: cara Europa non dormire perchè sei meno pulita di quello che vuoi far credere; cara BCE, che continui a fare operazioni marginali, svegliati che fischia il vento ed infuria la bufera che potrebbe colpirti più violentemente di quanto sta accadendo negli USA.

2)° La recessione generalizzata sembra avvicinarsi. Le imprese più colpite nella loro capitalizzazione sono quelle che vendono prodotti consumer. Qualche esempio aiuterà a concretizzare: Apple, che vende, tra l’altro, Ipod ed Iphone, nell’ultimo mese ha perso il 37,45% cioè più di un terzo della sua capitalizzazione; Nokia, primo fornitore al mondo di telefonini, nella crisi è stata ridemensionata di oltre il 50% e nell’ultimo mese ha perso 28,06%; Intel, primo produttore al mondo di microchip, nell’utlitmo mese ha perso oltre il 21%.
La cosa è abbastanza uniforme per tutte le imprese che vendono bene materiali, automobili, petrolio, case, ecc.


Questo significa che il mercato pensa che le vendite caleranno, che le imprese perderanno, che ci sarà stagnazione e recessione. 
Il sole24Ore pubblica un articolo molto interessante che conferma come la crisi finanziaria colpisca l’economia reale.

3)° L’Europa deve fare la sua parte per ridurre l’impatto del ciclone che avanza. 
10 economisti prestigiosi
prendono posizione apertamente per il cosiddetto piano Sarkozy e chiedono un intervento della EU per ricapitalizzare le banche europee.
Ha un bel dire Berlusconi che tutto è sotto controllo. Se l’Europa non vara un piano tipo quello americano la recessione potrebbe colpire il vecchio continente con effetti drammatici, come gli eventi recenti delle banche europee lasciano.
Domani si riuniranno i leader di Francia, Inghilterra, Germania ed Italia, i 4 europei del G8, per dicutere sul da farsi.
Dalle indiscrezioni sembra che i francesi vogliano un intervento come quello americano ma i tedeschi no.
Comunque qualcosa l’Europa dovrà fare ed i mercati spingono nella direzione di qualcosa di grosso.

4)° Infine non c’è allegria nemmeno nei dinamici cinesi, indiani, brasiliani e compagnia cantando. I soldi sono pochi e gli investimenti scappano anche da li. Certo quei paesi hanno accumulato ingenti fondi ma senza la droga dello sviluppo vertiginoso c’è poco da stare allegri. Sembra che le fabbriche nate in Cina come funghi, allo stesso modo chiudano.
Tempi complessi questi, difficili per tutti altro che noi stiamo al riparo.
Quando i vulcani eruttano potrebbe non essercene per nessuno.


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