La crisi che mette in crisi l’Euro zona

par Professional Consumer
lunedì 17 dicembre 2012

Quelli di Eurostat ci rammentano come in Europa già 119,6 milioni di persone erano minacciate di poverta' o di esclusione sociale nel 2011: ossia il 24,2% della popolazione contro il 23,4% nel 2010 e il 23,5% nel 2008.

L'altro giorno quelli della Commissione UE si erano messi a lavoro di buona lena ma con la luna storta; lanciando epiteti a destra e a manca ci hanno fatto sapere che:

Questi i dati sulla crisi che mette in crisi l'Euro Zona.

Ah, dimenticavo, della fiducia dagli Stati affetti da spending review manco a parlarne.

Non paghi quelli di Eurostat ci rammentano come in Europa già 119,6 milioni di persone erano minacciate di poverta' o di esclusione sociale nel 2011: ossia il 24,2% della popolazione contro il 23,4% nel 2010 e il 23,5% nel 2008.

Fra le “privazioni importanti” quei grandissimi statistici annoverano ''la difficolta' a pagare affitto, a riscaldarsi, ad acquistare carne” e '' le limitate risorse familiari da lavoro''.

La fiducia, insomma, quella dei Consumatori, dei costruttori, di quelli del settore industriale, dei commercianti si mostra strutturalmente frustrata pur lasciando intravvedere qualche soprassalto congiunturale.

Si, porcoggiuda, quelli della spesa aggregata non spendono, la crescita non cresce.

Sissignori, questa la crescita orfana del debito!

Già, come si fa allora la crescita quando il credito, per fare ancora debito, si mostra inattingibile?

Come si fa a fornire nuovo vigore a quella spesa aggregata?

Beh, ai Produttori toccherebbe smaltire il già prodotto e così dover spendere per riprodurre; ai Commercianti vendere per poter spendere e riacquistare merce da vendere; agli stati toccherebbe trovare entrate fiscali per poter fare spesa pubblica.

Acciocché tutto questo avvenga pure i Consumatori dovrebbero poter spendere, così smaltire le scorte delle Imprese, svuotare i magazzini dei negozi, rifocillare il fisco.

Per farlo occorre disporre di reddito sufficiente, non ''le limitate risorse familiari da lavoro''.

E allora?

Allora tocca andare al mercato, un mercato efficiente, per fare offerta dell'unica merce scarsa: la domanda.

Acqistata da chi ha necessita di vendere, rifocillerà chi ha la vocazione a spendere, affinchè spenda: tutto qui!

Mauro Artibani


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