La costituzione non si tocca, parola di Giulio

par Andrea Pisani
lunedì 9 febbraio 2009

 

Mentre l’Italia assiste ai deliri di un uomo che un giorno attacca la costituzione definendola “filo-sovietica” e il giorno dopo smentisce tutto, una personalità politica come quella di Giulio Andreotti rilascia un’intervista misteriosamente passata sotto silenzio. 

Secondo il senatore a vita, che ha avuto una lunghissima carriera politica conclusasi con l’accertamento dei suoi rapporti con la mafia fino al 1980 (reato confermato ma prescritto per decorrenza dei tempi), la carta costituzionale è stata scritta espressamente per esprimere un equilibrio nel rispetto di tutti gli schieramenti, tenendo conto del periodo fascista da cui usciva l’Italia (l’apologia di fascismo è considerata infatti reato).

Continua Andreotti: “ […] per i prossimi cinquant’anni non c’è proprio la necessità di modificare la nostra Carta costituzionale. Poi i posteri vedranno... In ogni caso il decreto legge è un istituto valido, previsto proprio dalla Costituzione. Va usato sempre giustamente, non se ne deve abusare, ma fu voluto con lucidità proprio dalla Costituzione […]”, appoggiando quindi la decisione di Napolitano di non firmare l’ennesimo decreto legge per una questione così delicata come l’alimentazione e l’idratazione meccanica, che andrebbe discussa in Parlamento con tutti i partiti interessati.

Il senatore a vita termina l’intervista senza però esprimere giudizi su Berlusconi, che si è assunto tutte le responsabilità dell’uso del decreto legge.

Sarà veramente intoccabile la Costituzione, o in fin dei conti il Presidente del Consiglio ha ragione nel dire che il meccanismo parlamentare è troppo vecchio e lento? Secondo Andreotti la carta costituzionale durerà per altri 50 anni vista la sua solidità, respingendo quindi l’idea di Berlusconi di “riscriverla”.


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