La carica degli operai dell’AST di Terni, non è un fatto episodico ma parte di un disegno

par Camillo Pignata
venerdì 31 ottobre 2014

La carica agli operai delle acciaierie di AST di Terni non è un fatto episodico, ma fa parte di un disegno che cerca di fare terra bruciata intorno al sindacato, distruggendo i suoi strumenti di lotta e quindi anche lo statuto dei lavoratori.

Quali le ragioni di poliziotti in tenuta antisommossa, per controllare un piccolo corteo di lavoratori?

Quali le ragioni di una carica, che ha investito i dirigenti sindacali che cercavano di colloquiare con la polizia?

Interrogativi inquietanti e inspiegabili, se non collocati in un progetto di attacco e messa in discussione delle manifestazioni e del diritto di sciopero e quindi degli strumenti di lotta dei rappresentanti dei lavoratori.

Un progetto che ha un obiettivo e i mezzi per realizzarlo.

L’obiettivo: rendere inutile il sindacato, perché il rapporto con i lavoratori lo cura il premier.

I mezzi: il Governo lega le mani al sindacato nelle fabbriche, non dialoga con i sindacati, carica i lavoratori nelle piazze.

E' il Jobs act che ha aperto le danze, con la cancellazione dell'articolo 18, che è un attacco alla libertà sindacale.

Quando si licenzia ingiustamente non si colpisce solo il lavoratore, ma si minaccia anche la sua rappresentanza che è fatta di lavoratori Se il padrone può licenziare ingiustamente un sindacalista senza incorrere nella tagliola della discriminazione, minaccia la libertà sindacale.

E dopo il Jobs act, l'intervento sul diritto di sciopero, ben supportato da numerose dichiarazioni preliminari di dirigenti del PD, che ribadendo la legittimità della manifestazione di Roma hanno messo in discussione la sua legittimità e con essa quella di tutte le manifestazioni .

E dopo l'attacco alla legittimità delle manifestazioni, il manganello per ostacolarle, impedirle e minacciarle.

L'incontro dei ministri con i sindacati, senza aver mandato a trattare, è un modo come un altro per umiliarli e non riconoscerne la funzione. E poi la chiosa di Renzi: il governo non tratta le leggi con il sindacato

E se il governo non tratta con i sindacati, demolisce una ragione che giustifica la loro esistenza.

La sinistra PD non può ancora indugiare. Che cosa aspetta, che sia completato il disegno di cancellazione dello statuto dei lavoratori, di distruzione degli organi intermedi, e tra questi i sindacati, che sia limitato il diritto di sciopero, nelle leggi e nei fatti?

La minoranza della sinistra PD deve decidere se dare una risposta alla richiesta di piazza Venezia o restare nel partito senza fare opposizione, e così favorire il predominio della destra.

E il momento del coraggio, è il momento che la sinistra faccia la sinistra e costringa la destra a fare la destra. E’ il momento che la minoranza faccia quello che ha fatto Renzi quando era segretario Bersani: non partecipi alla direzione e vada in TV ad esprimere le sue tesi, non voti la fiducia a disegni di legge che stravolgono i diritti dei lavoratori. Ma soprattutto, è il momento che la sinistra presenti un programma alternativo di governo.

Foto: Ivan Crivellaro, Flickr


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