La campagna presidenziale americana ai tempi di Twitter

par Giacomo Lagona
giovedì 2 agosto 2012

Twitter misura gli umori della rete comparando migliaia di tweet che parlano dei due candidati alla Casa Bianca Barack Obama e Mitt Romney

Il sito di microblogging analizza, in collaborazione con Topsy e gli istituti di sondaggio Mellman Group e North Star Opinion Research, i migliaia di messaggi che vengono pubblicati nella Rete con Twitter Political Index, un modo più immediato e innovativo dei soliti sondaggi, in grado di misurare, giorno per giorno, l’umore degli utenti nei confronti dei due candidati.

Uno strumento tutt’altro che scientifico, ma che con un semplice colpo d’occhio premia l’uno o l’altro candidato analizzando in tempo reale oltre 400 milioni di tweet che invadono il social network ogni giorno. E se Twitter è il misuratore attuale delle sensazioni internaute, gli algoritmi utilizzati sfruttano il lato più sociale della Rete, l’ossessione e l’impulsività degli utenti.

L’aggiornamento, che avviene tutti i giorni alle 20, attribuisce al voto il grado di apatia verso uno dei due candidati. Ma non solo la positività e il retweet, bensì la misura e il grado di approvazione che un utente dà al candidato prescelto. L’apatia però gioca brutti scherzi. Può capitare infatti che entrambi i candidati superino la soglia di gradimento del 50 per cento. Ma non è un bug: «Questo perché l’Index si unisce ai mezzi di valutazione tradizionale come sondaggi e focus group per raccontare una storia più completa delle previsioni politiche» spiega Adam Sharp, responsabile dell’innovazione delle news di Twitter, sul blog ufficiale del social network.

Tuttavia i problemi non sono pochi. Twitter è famoso per raccogliere le chiacchiere da bar dello sport (basta guardare la lista di TT giornalieri per rendersene conto) e trasformarle in news vere e proprie. Il problema più importante nasce nel campo della sentiment analysis, la scienza che permette ai computer di attribuire senso al testo, una scienza in cui risiede un sostanziale margine di errore. Il rischio, secondo gli analisti, è che l’algoritmo non riconosca l’ironia di alcuni tweet prendendoli per buoni a favore di Romney piuttosto che per Obama.

La mossa di Twitter rimane comunque quella di relazionarsi con quanti più utenti possibili diventando, fintanto non lo sia ancora, un competitor più ragionato e non meno attendibile dei media tradizionali oltre che dei social media. E quale banco di prova migliore se non le elezioni presidenziali di novembre.


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