La burla di Livorno, vince il M5S

par paolo
giovedì 12 giugno 2014

Qualcuno ha titolato questo risultato delle amministrative a Livorno come la "Presa della Bastiglia". Dopo settant'anni di dominio incontrastato della sinistra, la città che ha dato le origini al Partito Comunista Italiano (PCI) cede le armi e consegna le chiavi al M5S.

PD sotto choc in quel di Livorno, dove il piacere della burla questa volta cede il passo ad una "rinascita civica" che cancella una storia legata alla bandiera rossa con falce e martello.

Non si tratta di una beffa atroce come quella dei falsi Modigliani fatti ritrovare nei Fossi medicei che attraversano la città: tre teste scultoree che fecero arrossire di vergogna gli illustri esperti d'arte che ne certificarono l'autenticità e fecero ridere non solo i livornesi ma il mondo intero. Una burla che sorprese persino gli stessi autori che con scalpello e trapano avevano rudimentalmente riprodotto le teste e che pensavano che la burla sarebbe durata lo spazio di un mattino. Invece, mentre gli illustri e declamati luminari chiamati a certificare la grande "scoperta" gridavano al trionfo, alla Baracchina Rossa (locale frequentatissimo del Lungomare) tutti sapevano e ridevano a crepapelle.

Quella fu una beffa, questo risultato delle amministrative invece no, è una cosa seria dalla quale trarre alcune considerazioni.

Ha vinto Filippo Nogarin, toscanissimo malgrado il cognome, candidato del M5S giunto al ballottaggio con Marco Ruggeri del PD, e già dallo spoglio delle prime sezioni si cominciava a capire che i conti non tornavano come previsto; il clima all'interno dei locali del PD si faceva silenzioso e le facce si facevano via via sempre più buie fino a che lo stesso rassegnato Ruggeri sanciva, col groppo in gola, ufficialmente la sconfitta: "Mi assumo tutta la responsabilità della sconfitta. Non è mai stata una campagna contro Grillo, ma del PD contro il PD".

Ecco in questa prima dichiarazione di Ruggeri c'è la chiave politica della disfatta del PD.

Tecnicamente è venuta perché lo zoccolo duro rosso, ovvero quel cuore comunista che ha sempre tenuto la barra dritta tutta a sinistra, ha tradito il partito di Matteo Renzi e si è buttato sul suo antagonista principe, ovvero il M5S di Grillo. Finita la chiamata alle armi contro Silvio Berlusconi, che si è terminato da solo, è esploso il voto di protesta civico al quale si è voluto anche dare un significato simbolico di svolta radicale.

Esulta Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, che twitta: "A Livorno centrosinistra sconfitto, ma non la sinistra che in parte appoggia il M5S". Anche i voti di SEL, delle liste civiche e persino (si vocifera) quelli di Forza Italia sarebbero confluiti sul M5S. Insomma tutti contro il PD per scardinare un dominio incontrastato che dura da sette decenni (PCI-PDS-DS-PD).

Ma ancora più importanti sono le implicazioni politiche di carattere generale, per quanto inserite in un risultato complessivamente molto lusinghiero per il PD a livello nazionale dove hanno conquistato tutti i centri più importanti, compreso, e in maniera clamorosamente inaspettata, quella Pavia del "sindaco più amato d'Italia". Quel giovane Alessandro Cattaneo, astro nascente di Forza Italia e dato come il vero alter ego di Matteo Renzi, che si vede così bruscamente ridimensionato anche nelle sue ambizioni nazionali.

E allora vediamole le implicazioni politiche:

a) L'anima di sinistra del PD percepisce il PD come un partito di centro guidato dal democristiano Renzi. Quindi PD contro PD. Non è avvenuto solo a Livorno, anche se in forma meno eclatante.

b) La liquidità dell'elettorato può stravolgere qualsiasi assetto.

c) Quando il M5S si propone in maniera diversa dalle "sparate" di Grillo e relativo circondario e quando si propone in forma di forza politica responsabile, può raccogliere consensi a destra, al centro e soprattutto a sinistra. Filippo Nogarin è ingegnere aerospaziale (figura ben diversa dai vari Crimi, Di Maio e Di Battista), un libero professionista che si è presentato con il seguente programma: riduzione dei costi della politica, bilancio partecipato, nomine per merito e competenza, turismo come opportunità di lavoro, valorizzazione dei mercati rionali a Km 0 e riqualificazione delle aree portuali.

Prego prendere atto che non compaiono i messaggi nichilistici tipici del grillismo barricadero. Un programma chiaro e limpido fatto di pochi punti concreti, scevro di quelle sparate demagogiche e populistiche, con contorno di teatro buffo, che sono costantemente alimentate da Grillo in Casaleggio. Depurato quindi dal fanatismo della contrapposizione muro contro muro e dell'autoisolazionismo come protezione dal contagio esterno, affidato a personaggi credibili e con Grillo messo finalmente in sordina, il M5S può diventare forza di governo più facilmente di quanto non si pensi.

Comunque il PD è avvertito. È vero che una rondine non fa primavera, è vero che il voto di destra confluito sul M5S può essere un fatto del momento legato alle disavventure di Berlusconi, ma il segnale comunque è forte e chiaro. Ciò che è successo a Livorno, città simbolo della sinistra, può succedere ovunque se si saldano due situazioni contingenti: un M5S credibile e un PD che non dà risposte.

L'Italia è pronta, solo quelli del M5S non se ne sono accorti e rimangono attaccati alle mammelle di una cagna rognosa, a succhiare latte avvelenato.

 

Foto: Flickr


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