La (breve) vita media dei partiti

par YouTrend
martedì 8 luglio 2014

Nel corso degli ultimi anni gli istituti di sondaggi hanno sbagliato spesso le loro previsioni, a volte anche di molto. Perché?

Di Corrado Cerea

Un problema è la grande variabilità nei partiti

Tra le possibili spiegazioni, vi è quella che i sondaggisti, per arrivare al massimo livello di precisione, hanno bisogno di avere una base di dati affidabile su cui “tarare” i sondaggi successivi.

Se durante una data elezione, alla domanda, “voterai il partito X?” il 50% degli intervistati risponde positivamente e i risultati elettorali sono diversi, il sondaggista ne terrà conto nel valutare le successive risposte.

Se però i partiti, anche solo nominalmente, cambiano in continuazione, diventa più difficile fare delle previsioni affidabili.

 

 

 

I dati mostrano come i partiti in Italia cambino molto, per dimensione e durata: questo rende più difficile calibrare i sondaggi e ottenere risultati affidabili.

La tabella successiva, indicando in 1,2 votazioni la vita media dei partiti italiani, fa capire come sia quasi impossibile ottenere dei dati di lungo periodo.

A questo fine si deve anche far notare come i partiti siano interconnessi e come la scomparsa di uno di essi abbia le potenzialità per influenzare il voto anche di quelli che rimangono attivi.

 

Nel corso dei primi anni della Repubblica i partiti tendevano a cambiare a una velocità molto elevata. Nel corso del tempo il dato si è ridotto, fino ad arrivare a una rotazione inferiore al 50% negli anni 70.

A partire dagli anni ‘80 i partiti hanno iniziato a tornare a cambiare molto rapidamente, fino ad arrivare alle elezioni del 2006-2008, durante le quali quasi tutti i partiti, indipendentemente dalle dimensioni, sono scomparsi o hanno cambiato nome.

 

Corrado Cerea


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