La Serbia entra in Europa: una manna per la FIAT?

par Massimiliano
martedì 26 ottobre 2010

Spenti i riflettori di Marassi, si discute se e come la Serbia possa entrare in Europa. Il canale balcanico è sempre stato infatti uno snodo fondamentale fra Occidente ed Oriente, fra Europa e Russia. Ancora più importante lo diventa per la FIAT che sembra ormai pronta ad uscire definitivamente dall’Italia per accasarsi altrove.

Le statistiche proposte da La Repubblica sono impietose: la produzione all’est costa di meno ed è più proficua. Mentre ci voglione 22.000 operai italiani per produrre 650.000 auto in diverse fabbriche d’auto disseminate in tutto il Paese, basta un unico punto di produzione in Polonia per produrre 610.000 auto in un anno con solo 6.100 operai! Ecco chiarito lo sfogo di Marchionne che, sul piede di partenza (secondo Epifani, CGIL), loda la produzione estera e sferra un duro colpo al sistema produttivo italiano, una zavorra!

L’unico a difenderlo è Bonanni della CISL: “Si sta facendo tutto questo ‘ambaradan’ per dieci minuti di pausa in meno, peraltro retribuiti. Iniziamo a lavorare, poi gestiamo la situazione. Alzare gli scudi è sbagliato: la paura più grande deve essere che l’azienda chiude e non investe”. Beh, decisamente in stile CISL quest’esternazione per la quale meglio schiavi che senza lavoro.

Quando tutti, compresi i benpensanti del governo (Calderoli, Fini …) hanno attaccato l’ad della FIAT reo di scarsissima visione realpolitik. Marchionne promette un aumento di salari e sempre su La Repubblica, Luciano Gallino con un’acuta analisi tracciava i contorni sbavati della ricrescita FIAT, ricordando che un operaio tedesco prende circa il doppio di uno italiano: come pretendere di più? Marchionne vorrebbe più produzione e meno diritti dei lavoratori, per questo spinge verso una colonizzazione selvaggia e spudorata del mercato umano dell’est, dove i diritti sono arbitrari. La Cina insegna: un paese ormai in vetta alla produzione mondiale, ultimo nei diritti umani e dei lavoratori in primis.

E’ questo che vogliamo dell’Italia, della ‘serva Italia’? Pomigliano e Melfi si sono già ribellate, nonostante l’apporto della CISL… Sindacato prediletto dell’ad della FIAT.

Ai posteri …


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